Germani, le otto
spine nel fianco
di Buscaglia

di Folco Donati
Maurizio Buscaglia:  sabato il debutto contro la Fortitudo Bologna
Maurizio Buscaglia: sabato il debutto contro la Fortitudo Bologna
Maurizio Buscaglia:  sabato il debutto contro la Fortitudo Bologna
Maurizio Buscaglia: sabato il debutto contro la Fortitudo Bologna

L’aria che si respira al palaLeonessa da qualche giorno è molto più leggera. Vincenzo Esposito è stato sostituito da Maurizio Buscaglia e la tensione attorno alla Germani sembra essersi in parte allentata. Detto delle grandi responsabilità dell’ex coach della Germani, relative soprattutto a una campagna acquisti rivelatasi non certo ottimale, colpa per altro ammessa dallo stesso tecnico campano, cosa ha lasciato in dote al nuovo inquilino la gestione Esposito?

SENZA DUBBIO una squadra triste e soprattutto sfiduciata, che ha già perso il treno per le Top 16 di Eurocup e che difficilmente riuscirà a salire sul diretto per le F8 di Coppa Italia vista la pericolante e preoccupante posizione di classifica. È vero che potrebbe bastare anche un solo successo per rimettere in carreggiata la Germani: le vittorie, si sa, sono la medicina migliore in questi casi. Ma i tanti problemi emersi sembrano al momento forse migliorabili ma non certo risolvibili grazie al cambio di guida tecnica. Anche perché coach Buscaglia, che arriva con la consacrata nomea di essere un ottimo allenatore, non ha certo la bacchetta magica in grado di trasformare la zucca Brescia in una carrozza. Rivitalizzare Drew Crawford è forse il più complicato dei rebus che Buscaglia dovrà risolvere. Come è possibile che il Crawford di Cremona, Mpv di campionato e coppa, sia completamente sparito? Avulsa dai meccanismi, quasi mai decisiva con quelle giocate che due anni fa facevano impazzire il pubblico all’ombra del Torrazzo, l’ala americana, il più costoso acquisto di sempre nella storia della Pallacanestro Brescia, si è smarrita. Urge ridargli animo, anche perché risolto il rebus Crawford si farebbe un bel passo in avanti anche alla voce gioco di squadra.

SOTTO CANESTRO Dusan Ristic ha i centimetri e i chili per recitare la parte del centro dominante, ma a conti fatti l’apporto fin qui è stato assai misero. Colpa solo sua? Limiti fisici e caratteriali? Oppure c’è una via da percorrere che possa restituirlo alla causa prima del più volte paventato taglio? Kenny Chery, folletto canadese acquistato per dare smalto e velocità al gioco della Germani, è senza dubbio un buon innesto, ma capita troppo spesso che la squadra stia ad ammirare le sue acrobazie e i tiri che quasi sempre si prende. E quando lo si sposta di lato, con Luca Vitali in campo per dirigere il traffico, il funambolo Chery, poco abituato a giocare con gli altri, finisce per perdersi in un bicchiere d’acqua. Riuscirà Buscaglia a trovare il modo di valorizzarlo facendo girare tutta la squadra? Altro enigma da risolvere è Tyler Kalinoski. Presentato come grande difensore e ottimo tiratore, l’esterno dell’Ohio per ora non è che abbia incantato. Arrivato in ritardo e poi appiedato dal Covid, la guardia di Cincinnati forse avrebbe bisogno di quella fiducia che l’allenatore e probabilmente anche lo spogliatoio non gli hanno mai concesso.

IL CAMBIO naturale di Kalinoski in teoria sarebbe il giovane Giordano Bortolani, almeno così Vincenzo Esposito lo aveva presentato. Di spazio il giocatore di proprietà dell’Olimpia Milano un po’ ne ha avuto. Qualche buono sprazzo di partita, tanti errori che hanno fatto andare su tutte le furie l’ormai ex coach di Brescia e poca pazienza nei suoi confronti (zero minuti in campo a Brindisi, poco prima di essere convocato in Nazionale). Certo, il risultato è la cosa primaria e la crescita dei giovani passa in secondo piano. Ma allora perché tesserarlo se si ritiene che non sia pronto per palcoscenici nazionali e internazionali così importanti? A Buscaglia, anche in questo caso, l’ardua sentenza. E siamo a Luca Vitali. Per molti il problema dei problemi in questo inizio di stagione. I numeri certamente non depongono a favore dell’ex playmaker della Nazionale e il suo rapporto non rapporto con Esposito gli garantisce un posto in prima fila sul banco degli imputati. Ma anche qui la domanda che sorge, e alla quale ora dovrà rispondere Buscaglia, è di una semplicità imbarazzante: come può essere che il miglior passatore d’Italia, il regista che mezzo stivale ci ha invidiato, autore di giocate e canestri fantascientifici, possa di colpo essere diventato un brocco? Scarso impegno? No, dai: Vitali in carriera si è sempre comportato da grandissimo professionista. Probabilmente c’è dell’altro, ed è alla radice di questo male oscuro che Buscaglia dovrà andare. Infine ci sarebbe da capire come mai in questo primo scorcio di stagione la squadra non abbia mai dato la sensazione di avere un’idea precisa di come sviluppare il gioco in attacco. L’azione tipo di solito è questa: Chery giostra e la tiene per 15-20 secondi, poi allo scadere dei 24 chi si ritrova la palla in mano cerca di inventarsi qualcosa. Mancano idee, schemi, automatismi, soluzioni. Mica poco, insomma. Ma se Buscaglia riuscirà a risolvere almeno una parte dei problemi legati ai singoli, anche il gioco offensivo della Germani probabilmente ne beneficerà. Buon lavoro. C’è poco altro da dire. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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