A Lonato

Il Bar Sport subito in pista: «Da noi si sta bene. Puntiamo al podio»

di Alessandro Gatta
A Lonato Il Bar sport da otto anni è gestito da Simone Bertelli e Daniela Serina
A Lonato Il Bar sport da otto anni è gestito da Simone Bertelli e Daniela Serina
A Lonato Il Bar sport da otto anni è gestito da Simone Bertelli e Daniela Serina
A Lonato Il Bar sport da otto anni è gestito da Simone Bertelli e Daniela Serina

Non è paese senza Bar Sport. Ancor di più a Lonato, dove le origini della mitica insegna (che oggi è 2.0) si perdono a più di un secolo fa: da 8 anni gestito da Daniela Serina e Simone Bertelli, moglie e marito, il Bar Sport lonatese è punto di riferimento e aggregazione, epicentro e crocevia, quasi una piccola piazza. Anche loro sono in pista per il contest di Bresciaoggi: «Abbiamo già mobilitato i nostri clienti, anche sui social, e puntiamo almeno al podio», dicono. Tra un caffè e l'altro – caffè che qui è un’arte, rigorosamente accompagnato da un bicchierino d'acqua – c'è tempo di raccontare una storia: aperto 7 giorni su 7 dalle 5.30 alle 23.30, 365 giorni l'anno anche grazie a 5 collaboratrici, il Bar Sport di Lonato «è un locale a più facce, per tutte le età, di giorno i pensionati, gli operai di passaggio, la sera i giovani e un ambiente più mondano: anche la musica è un aspetto fondamentale, riusciamo a coniugare tutti gli aspetti, è questa la nostra forza». Ce n'è per tutti i gusti: le colazioni con i prodotti della pasticceria Sanremo, gli aperitivi dai grandi classici (su tutti il pirlo Campari, come da tradizione bresciana) ai moderni gin tonic con piccola gintoneria, pranzi leggeri, la tabaccheria, le ricariche e il lotto, ogni tanto una bella festa, lo sport in tv dal calcio al ciclismo alla Formula 1, le partite a carte, le chiacchiere di paese e di politica, il dehor esterno inaugurato un annetto fa, la musica di JJ Cale.

I menu sono in Qr-code, per non sprecare carta: «D'estate abbiamo anche tanti turisti, soprattutto tedeschi e olandesi – continuano Simone e Daniela –: preferiscono lo spritz ma s'interessano ai vini della zona, abbiamo cantine come Montonale o Citari». Il bar come una seconda casa, i baristi psicologi e confessori: «Credo sia questo il nostro vero ruolo – sottolinea Simone –: saper ascoltare ma anche parlare, dare consigli, una pacca sulla spalla quando serve. Ma soprattutto sorridere, sempre: chi viene al bar da noi deve tornare casa contento». Il tutto in continua evoluzione: «Ci piace trovare nuovi spunti e imparare, anche dai nostri viaggi ed esperienze». Ma il Bar Sport è anche comunità, una grande famiglia. Non mancano i personaggi di felliniana memoria o come gli Amici Miei di Monicelli, i cui soprannomi spesso nascono al bar e poi restano nella vita: il Residente, che non se ne va mai; il Sindaco e il Maresciallo, lo Zio e il Nonno, il Metanolo che purtroppo non c'è più, il dottor Galeazzi che invece un dottore non era, il Santo Protettore (che è anche Onorevole: quando arriva lui si canta l'inno d'Italia), ovvero San Bassani. Tutti insieme anche stavolta, a caccia di tagliandi. 

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