L’ANALISI

«Bonus, non una spesa ma un investimento»

di Adriano Baffelli
Deldossi: «La maxi detrazione va rivista, non affossata». L'anno scorso in provincia gli investimenti incentivati hanno raggiunto i 2,3 miliardi
I dati sui bonus in edilizia dimostrano le forti ricadute economiche del provvedimento Massimo Angelo Deldossi
I dati sui bonus in edilizia dimostrano le forti ricadute economiche del provvedimento Massimo Angelo Deldossi
I dati sui bonus in edilizia dimostrano le forti ricadute economiche del provvedimento Massimo Angelo Deldossi
I dati sui bonus in edilizia dimostrano le forti ricadute economiche del provvedimento Massimo Angelo Deldossi

«L’eliminazione dello sconto in fattura e della cessione del credito determinano la fine dello slancio dei bonus ai quali si è assistito sino ai mesi scorsi, limitando la possibilità di accesso ai lavori di riqualificazione ai soggetti più abbienti. I costi affrontati dallo Stato per sostenere la misura sono indubbi, ma alla luce dei benefici ottenuti e in una visione a lungo termine che punta al futuro del Paese, un cambio di prospettiva è necessario. Una misura come il Superbonus non è una spesa, ma un investimento che ricade direttamente in termini positivi sull’ambiente, sulla società, sul Pil del Paese, sul benessere dell’economia, sullo sviluppo del mercato interno e sul miglioramento della qualità della vita», sottolinea il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi, commentando l’approfondito studio sul tema effettuato dall’associazione degli imprenditori edili bresciani.

«Sicuramente il Superbonus andava rivisto, eliminando le tante storture di cui le prime vittime sono cittadini ed imprese e non affossato», aggiunge Deldossi. L’analisi di Ance Brescia, su dati provenienti dalle fonti più autorevoli sul Superbonus, esamina in modo oggettivo le conseguenze sociali, ambientali ed economiche generate dalla normativa. Lo studio parte dal confronto sulla situazione pre e post agevolazioni fiscali. I dati dimostrano come gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio siano stati sostenuti dall’introduzione di misure incentivanti e dal loro potenziamento. Dal 1982 al 2021 vengono evidenziati tre consistenti salti che hanno caratterizzato l’andamento dei lavori di riqualificazione. Quello del 1998 è ascrivibile al varo delle prime misure fiscali di agevolazione con un’aliquota di detrazione del 41% per gli anni ‘98 e ‘99, successivamente del 36% dal 2000 al 2005; il secondo, nel 2013, all’aumento delle detrazioni al 50% e all’innalzamento dei limiti massimi di spesa per unità immobiliare; l’ultimo è legato all’ulteriore potenziamento dello strumento, nel 2020, con un rapido tasso di crescita. Le nuove norme incentivanti del 2020 e, nel dettaglio, l’introduzione dello sconto in fattura e della cessione del credito hanno portato a una forte accelerazione degli investimenti in interventi di riqualificazione edilizia. Secondo le stime del Cresme nel 2021 la spesa di investimenti incentivati è stata pari a 51,242 miliardi di euro in Italia, ben 23 miliardi in più sul 2019. Dall’elaborazione per Ance Brescia del Cresme dei dati Omi, Osservatorio mercato immobiliare, strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate, il valore degli investimenti legati a tutti gli incentivi nel settore edilizio di città e provincia nel 2022 è stato di 2,3 miliardi di euro, pari all’84% delle risorse impiegate per il rinnovo residenziale. Notevole anche l’impatto occupazionale creato dal recupero incentivato. Gli investimenti incentivati nella provincia bresciana sono passati dai 286 milioni del 2008, agli 813 del 2018, quindi raddoppiati a 1.923 milioni nel 2021 e a 2.300 milioni nel 2022.

Nel 2022 il valore della produzione delle costruzioni in provincia di Brescia è stato pari a 7.574 milioni di euro, contro i 6.185 milioni del 2021. Si tratta di una crescita a valori correnti di 1.389 milioni, pari a +22,5%. Considerando però la variazione dei prezzi, in quantità il mercato è cresciuto dell’11,4%. La principale attività in atto nel settore delle costruzioni è data degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sul patrimonio esistente: si tratta nel 2022 di opere per un valore di 1,1 miliardi di euro per manutenzione ordinaria e di 3,9 miliardi di manutenzione straordinaria del patrimonio residenziale, non residenziale e per opere pubbliche: tra questi 2,7 miliardi è il valore degli interventi di manutenzione straordinaria dedicati al residenziale.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA