IL PERCORSO L’azienda di Montirone è nata dalla scintilla scoccata nel 2009 durante un viaggio a Dubai

ItalMesh, il mondo nella rete con il design e la flessibilità

di Adriano Baffelli
L’ingresso di ItalMesh e Verincolor a Montirone con dettagli del giardino verticale, una delle novità proposte con l’obiettivo di dare un ulteriore contributo all’architettura sostenibile
L’ingresso di ItalMesh e Verincolor a Montirone con dettagli del giardino verticale, una delle novità proposte con l’obiettivo di dare un ulteriore contributo all’architettura sostenibile
L’ingresso di ItalMesh e Verincolor a Montirone con dettagli del giardino verticale, una delle novità proposte con l’obiettivo di dare un ulteriore contributo all’architettura sostenibile
L’ingresso di ItalMesh e Verincolor a Montirone con dettagli del giardino verticale, una delle novità proposte con l’obiettivo di dare un ulteriore contributo all’architettura sostenibile

L’inventiva bresciana non è un modo di dire. Varcando la soglia di molte aziende, ascoltando le storie dei fondatori, degli imprenditori che le guidano, lo si capisce chiaramente. La visita alla ItalMesh di Montirone ne è una conferma. La società è specializzata nella realizzazione di pannelli in reti stirate e lamiere forate per l’edilizia e offre soluzioni per l’architettura: rivestimenti di facciate, controsoffitti e finiture di arredi interni. Il percorso è raccontato dalla presidente, Daniela Arrigoni, affiancata dai figli Luca, amministratore delegato, e Giulia, consigliere di amministrazione. La maglia di rete, traduzione di mesh, assurge a elemento centrale della sfida, sulla scorta dell’esperienza vissuta nella Verincolor, società di verniciatura industriale a polvere nata nel 1984 acquisendo un impianto datato e un capannone in affitto. Daniela Arrigoni affiancava il marito Andrea Baronchelli, anima tecnica dell’iniziativa. «Dopo 25 anni di impegno - spiega la presidente - eravamo stanchi di confrontarci con molti concorrenti, volevamo crescere e individuare altri sviluppi». Nel 2009, durante una vacanza a Dubai, scocca la scintilla che ha portato alla nuova società, grazie all’osservazione di alcuni dettagli in wire mesh. È l’ispirazione per immaginare un’applicazione di particolari reti intrecciate, che formano una sorta di flessibile tessuto metallico per composizioni architettoniche esterne e interne. Arrigoni, sempre più decisa a far crescere la realtà artigiana, intuisce la portata innovativa del prodotto e le sue grandi potenzialità. Individua una rete adatta allo scopo, prodotta da un cliente di Verincolor, e ne acquisisce l’esclusiva per alcuni Paesi esteri. Per la prima sperimentale proposta la scelta cade su una fiera a Dubai, terra dove il sole esprime al massimo la sua forza e la luce naturale è intensa, quindi probante banco di prova per la nuova linea di produzione che, sino al 2013, si presenta come un brand della società di verniciatura. Il Golfo Persico, dove l’intuizione si era manifestata, viene considerato terreno ideale per ospitare l’ufficio marketing: a Dubai inizia a operare un manager, Daniela Arrigoni è presente, tre, quattro giorni al mese. ItalMesh, la nuova ragione sociale, prende forma dopo 4 anni di intenso rodaggio, anche grazie alla consistente commessa dal Kuwait da 800 mila euro, propiziata da Luca, allora 21enne, che, nel frattempo, ha iniziato ad occuparsi stabilmente dell’ufficio di Dubai. Anche nel vicino Ferrari World di Abu Dhabi trova spazio una particolare facciata realizzata a Montirone. Una delle tante caratterizzate di un sistema speciale di aggancio, con otto i brevetti depositati. ItalMesh conta dieci dipendenti e si avvale di un numero variabile di squadre di montaggio. Nel 2019 la srl ha fatturato quasi 5 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2017 di oltre il 60%. La forte componente di design italiano, la personalizzazione di ogni fornitura, un prodotto ben diverso da una ordinaria rete stirata in alluminio o zincata, hanno consentito una veloce crescita alla nuova realtà, che si è affiancata alla realtà preesistente, fornitrice del servizio di verniciatura. Giulia Arrigoni spiega come l’azienda sia stata strutturata con una forte attenzione all’ingegnerizzazione e alla progettazione, adottando intensamente l’automazione al fine di garantire una notevole flessibilità produttiva; inoltre, cura le componenti design e funzionalità in ogni dettaglio. Il mercato ha apprezzato: le soluzioni architettoniche innovative proposte sono state adottate in molte strutture, dallo Yas Mall ad Abu Dhabi, allo storico edificio Pearl Marzouq in Kuwait, dalla Tourism Bank fino alla realizzazione dell’Atlas Mall, il maggior centro shopping persiano in Iran. Un’altra chiara testimonianza è rappresentata dalla copertura delle facciate dei parcheggi del Marina Gate, al centro della Marina di Dubai, che donano leggerezza ed eleganza. Da non dimenticare l’apporto dell’azienda all’Albero della Vita, simbolo di «Expo 2015», nato tutto in terra bresciana. Impossibile descrivere tutte le realizzazioni. Si può ricordare, auspicando rappresenti un solido viatico per la pace in Medio Oriente, che a gennaio otto Jumbo hanno trasportato nel Golfo pannelli made in Montirone destinati a un ospedale: il primo realizzato grazie alla cooperazione arabo-israeliana nel solco degli Accordi di Abramo. ItalMesh ha fornito e posato le facciate rivestite in pannelli di lamiera stirata per tutte le stazioni della Metro di Riad e per Etihad Arena di Abu Dhabi. Guarda al futuro la soluzione innovativa del Cubo Eden - sarà presentato al prossimo Expo -, vincitore del Design Competition Expo Dubai 2020. Sono in corso progetti e realizzazioni di strutture destinate a Dubai, Canada, Usa e Australia. Dopo l’apertura delle porte aziendali nell’autunno 2018 a operatori e progettisti, la domanda nazionale è cresciuta. Così come aumenta l’attenzione verso Zero Gravity Eden, progetto green di giardino verticale firmato dall’azienda per un’architettura sostenibile.

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