Lo studio

Professioni, il futuro trainato da quattro motori

di Adriano Baffelli
Nel futuro Professioni e lavori saranno ancora molti, complessi e all’insegna della tecnologia
Nel futuro Professioni e lavori saranno ancora molti, complessi e all’insegna della tecnologia
Nel futuro Professioni e lavori saranno ancora molti, complessi e all’insegna della tecnologia
Nel futuro Professioni e lavori saranno ancora molti, complessi e all’insegna della tecnologia

Nei prossimi anni spariranno molte professioni per come le abbiamo conosciute. Ma niente catastrofismi: ne nascono e ne nasceranno altrettante, se non di più, certamente complesse e innovative, sulla base soprattutto di quattro potenti motori del cambiamento del mondo del lavoro: automazione, innovazione, internazionalizzazione e sostenibilità.

Uno studio lo conferma
Non è una novità, se ne parla tra addetti ai lavori da tempo e ora c’è una conferma scientifica grazie allo studio «Le professioni del domani», promosso dal Consiglio regionale di Regione Lombardia nell’ambito delle attività previste dal «Programma di Supporto Informativo agli organi consiliari 2022-23» e realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università degli Studi di Brescia. «In uno scenario segnato da grandi difficoltà per il mercato del lavoro, ma anche da nuove opportunità, l’alleanza ‘scuola-lavoro’ è fondamentale per introdurre strumenti che possano contribuire a indicare ai giovani la strada e rispondere alle esigenze - ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Federico Romani, durante la presentazione dell’indagine a Palazzo Pirelli -. O si investe in formazione e orientamento o il Paese non riuscirà a restare competitivo. Le parole chiave sono: merito, valutazione, scuola-lavoro, innovazione. Le istituzioni, oggi più che mai, devono avere la capacità di orientare i giovani verso il percorso più adatto per loro da prendere nella vita: per decidere cosa vogliono essere, non solo cosa vogliono fare». Per il presidente della commissione Attività Produttive della Regione, Marcello Ventura, «la sfida che abbiamo di fronte è rappresentata dalla velocità con cui il mondo del lavoro sta cambiando. Pertanto, è necessario progettare e sviluppare un sistema formativo in grado di adattarsi velocemente ai cambiamenti in corso. Il mancato collegamento tra scuola e università e il sistema produttivo è uno snodo cruciale: è urgente costruire una rete strutturata tra mondo dell’istruzione e imprese. Per fare questo - ha rilanciato - dobbiamo lavorare su quattro grandi aree di politiche pubbliche: istruzione e formazione, ruolo degli istituti tecnici, distanza tra imprese e sistema scolastico universitario e interventi specifici per ogni processo di trasformazione del mondo del lavoro in corso».