Brescia, la curva ci crede:
«La Perla sarà nostra»

di Anna Castoldi
Una rappresentanza di tifosi del Brescia:  la curva è uno dei vanti della società del presidente Cesari
Una rappresentanza di tifosi del Brescia: la curva è uno dei vanti della società del presidente Cesari
Una rappresentanza di tifosi del Brescia:  la curva è uno dei vanti della società del presidente Cesari
Una rappresentanza di tifosi del Brescia: la curva è uno dei vanti della società del presidente Cesari

Innamorati del calcio femminile: si definiscono così i tifosi del Brescia, una delle pochissime squadre di Serie C a vantare una curva appassionata e organizzata. Un sostegno prezioso per il trofeo della Perla, quattro volte conquistato dal club delle Rondinelle. «Sono i nostri tifosi a votare - rivela il presidente del club Giuseppe Cesari - Da tempo ci seguono con un affetto sconfinato; sono venuti con noi persino in Sardegna, per la partita contro l’Atletico Oristano. Siamo molto legati alla nostra curva». «Siamo una famiglia» conferma Franck Morgani, nello zoccolo duro della tifoseria. In casa o in trasferta non mancano mai fumogeni, trombe, striscioni: «Cantiamo cori in onore delle leonesse e allestiamo piccole coreografie - racconta Sebastiano Telesca, cuore biancazzurro - Ci spendiamo anche durante la settimana con le iniziative di “Mio BCF“, la nostra pagina social». «Abbiamo una regola - puntualizza Morgani - cantare solo a favore, mai contro. La denigrazione dell’avversario è proibita». Le parole d’ordine sono divertimento e condivisione: la squadra rivale è sempre invitata al «terzo tempo», un rito che consiste nel mangiare pane e salame dopo la gara. In casa c’è il bar del campo sportivo, in trasferta basta un tavolo pieghevole: tutto a cura dei tifosi.

«FACEVO IL GIRO delle cascine per prendere il vino o la formaggella, a casa preparavo i panini - racconta Gianni Cortinovis, storico membro della curva nonché ideatore del terzo tempo - Tifo Brescia da vent’anni, dalla Serie D. Prima seguivo il calcio maschile, ma il femminile mi piace di più: le ragazze ci mettono molta più passione». Altri tifosi si sono uniti più tardi, per i motivi più diversi: «All’inizio volevo veder giocare l’affascinante Rosucci - scherza (ma non troppo) Morgani - Poi mi sono appassionato a tal punto da seguire il Brescia in Eccellenza e ora in Serie C. Non conta la categoria: la propria squadra va sostenuta in ogni circostanza». Massimo Maringoni è stato attirato dal tifo pulito: «Sono capitato allo stadio per caso: il clima positivo mi ha catturato. Poter vedere Brescia-Atalanta senza trovarti la macchina distrutta: questa sì che è un’esperienza, ho pensato». «Il bello è poter parlare in amicizia con il presidente, le ragazze, lo staff - aggiunge Davide Faletti - il Brescia è un puzzle: ognuno di noi è un tassello». Chiara Massussi, Perla in carica e in buona posizione nella corsa di quest’anno, individua nei tifosi «una delle cose più belle di questa società. Quando sono arrivata in squadra mi hanno subito avvicinata per fare amicizia: una cosa del genere non te la aspetti nel calcio dilettanti. Ti fa sentire speciale». Sulle votazioni di questa edizione Morgani & co non si sbilanciano: «Non ci siamo messi d’accordo - garantiscono - ognuno vota liberamente». C’è chi ha una strategia, come Telesca: «Faccio scorta di tagliandi: li manderò tutti alla fine». Maringoni ammette una predilezione per Brayda: «Il nostro capitano è pura brescianità, ci rappresenta. Siamo fieri di lei: porta la fascia con orgoglio e nei momenti di difficoltà si fa sentire». In Capelloni i tifosi vedono un punto di riferimento dell’attacco: «Umile, altruista, lavora per la squadra. Quando stravinciamo vedi che passa la palla per far segnare tutte». Quanto a Previtali, è una perla del centrocampo: «Crea gioco. E tira le mine antiuomo». Se alla fine una delle Leonesse arriverà in testa, comunque, il voto sarà per lei: «L’importante è che sia il Brescia a vincere. Di nuovo».

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