IL PREMIO

Ruggito Capelloni: «Il calcio
mi fa sentire libera»

di Anna Castoldi
Mirella Capelloni: l'attaccante del Brescia è la vincitrice del sesto bonus da trecento punti
Mirella Capelloni: l'attaccante del Brescia è la vincitrice del sesto bonus da trecento punti
Mirella Capelloni: l'attaccante del Brescia è la vincitrice del sesto bonus da trecento punti
Mirella Capelloni: l'attaccante del Brescia è la vincitrice del sesto bonus da trecento punti

È un cuor di leonessa la Perla di questa settimana: Mirella Capelloni, vincitrice del sesto bonus da 300 punti, sul campo dà anima e corpo per il suo Brescia. «È la seconda volta che partecipo alla competizione - svela - nella prima edizione ero arrivata nona». Vinse Cristiana Girelli, allora asso del Brescia e oggi, con la Juventus, capocannoniere nazionale e punto di riferimento in azzurro. A Verona Capelloni ha giocato al suo fianco; ma partiamo dall’inizio.

«HO SCELTO IL CALCIO da bambina, o forse è lui che ha scelto me: con due fratelli maggiori era inevitabile. Niente bambole», sorride l’attaccante. Enrico Capelloni, classe ’90, ha solo un anno in più di Mirella, mentre Daniele è del 1987. «Quando parlo di loro, per scherzo, chiedo: quello bello o quello bravo a giocare a calcio?». «Quello bravo» è Daniele: il centrocampista del Ghedi è in lizza per il Pallone d’Oro e si è già messo in tasca un bonus settimanale. I fratelli Capelloni crescono a Isorella, tirando calci al pallone. «Giocare con i maschi per me è sempre stato normalissimo». A 14 anni Mirella esordisce nell’ACF Bergamo. «Fino ad allora non sapevo neanche che esistessero squadre femminili - confessa - quando l’ho scoperto ero la persona più felice del mondo». Presto trova una squadra più vicina a casa: il Manerbio, dove gioca la fortissima Valentina Cernoia, come Girelli ex-bresciana diventata asso della Nazionale. «Ricordo che nell’anno del Bergamo giocai una partita proprio contro il Manerbio. La notai subito: una biondina mancina, assurdamente forte. E l’anno dopo era mia compagna di squadra».

NEL MANERBIO CAPELLONI vive cinque stagioni strepitose: «Siamo salite dalla Serie D alla Serie C, per poi essere promosse in B. Io sulla fascia destra e Valentina sulla fascia sinistra, esterni d’attacco». Una grande amicizia: «Quando è passata al Brescia sono diventata la sua tifosa più sfegatata». Mirella, invece, entra nel Verona, una delle squadre più forti dell’epoca.

«ERO ANCORA PICCOLA: giocare in Serie A e condividere lo spogliatoio con Girelli e Gabbiadini significava vedere realizzati i miei sogni più sfrenati. Ricordo che al primo allenamento ero nel parcheggio dello stadio, terrorizzata. Allora Cristiana è venuta verso di me, per conoscermi e accogliermi. Tutte si sono spese per farmi sentire a mio agio: un’emozione davvero incredibile, commovente. Ho imparato tantissimo da ciascuna di loro e ancora oggi ho la pelle d’oca ripensando a quell’anno». Dopo la memorabile stagione veronese Mirella va avanti nel Franciacorta, per poi abbracciare il progetto del Montorfano Rovato. «Quattro anni meravigliosi e ricchi di soddisfazioni, tra cui il salto dalla D alla C». Poi, a maggio 2019, la proposta del Brescia appena promosso in Serie C. Nata trequartista, con le Leonesse Capelloni è punta centrale: amante dell’assist e del gioco di squadra, lei stessa ha segnato 17 gol.

«MI PIACE USARE la fantasia, non quella del tocco e del numero, ma quella che ti fa trovare la giocata efficace». La sua filosofia è «palla a terra e pedalare». Chi la conosce bene, come il direttore sportivo Cristian Peri, la descrive come una ragazza umile, di grande esperienza e cuore infinito. «Giocare e sudare nella storica maglia biancazzurra è un onore che si ripete a ogni partita: non potrei mai rinunciare alle sensazioni che mi dà. Il calcio mi fa sentire libera». 

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