Sbardellati, giovane
veterana che mira alla Perla

di Anna Castoldi
Irene Sbardellati, 23 anni, terzino, in azione con la maglia del Montorfano Rovato in campionato
Irene Sbardellati, 23 anni, terzino, in azione con la maglia del Montorfano Rovato in campionato
Irene Sbardellati, 23 anni, terzino, in azione con la maglia del Montorfano Rovato in campionato
Irene Sbardellati, 23 anni, terzino, in azione con la maglia del Montorfano Rovato in campionato

C'è chi, come Pirlo, ha i piedi buoni e chi, come Gattuso, mangia il campo con la grinta. Irene Sbardellati, vincitrice questa settimana del bonus da 300 punti della Perla del Calcio, sceglie Gattuso. «Quando entro in campo do battaglia - afferma la giocatrice del Montorfano Rovato -: sono un tipo sanguigno, mi affido all’istinto e magari divento fin troppo impulsiva. Ma per me giocare a calcio non significa fare il giro del mondo con il piede: contano di più passione, tenacia e umiltà». QUALITÀ che cerca di trasmettere alle sue compagne di squadra, quasi tutte esordienti e più piccole di lei: il Montorfano Rovato, dopo due stagioni in Eccellenza, ha deciso di ripartire quest'anno dalla Promozione, con una rosa giovanissima. Per ragazze di 15 anni, abituate al calcio a sette, la 23enne Sbardellati è diventata ben presto un punto di riferimento: «Le sprono e le aiuto quando sono in difficoltà, facendo valere la mia esperienza». Irene gioca a calcio da quando aveva 15 anni: «Da piccola lo odiavo - confessa - perché in televisione non si guardava altro: i miei genitori, grandi tifosi del Milan, sono appassionati di questo sport. Così ho iniziato con la ginnastica artistica». Una scelta che nel tempo si è rivelata più che azzeccata: «Ho sviluppato coordinazione, elasticità e altre abilità che mi sono tornate utilissime nel calcio». Con il suo carattere socievole e aperto, Irene capisce presto di essere fatta per lo sport di squadra. Guarda caso ciò che le serve è a un passo da casa sua: «Sono nata e cresciuta a Capriolo, dove si allenava il Brescia, compresa la selezione giovanile. Vedevo bambine della mia età tornare dagli allenamenti, così ho deciso di provare anch'io». Ha otto anni quando comincia: «Me ne sono innamorata. Le mie compagne erano già molto brave: ogni tanto i bambini contro cui giocavamo ci prendevano in giro, ma poi le prendevano da noi e abbassavano la cresta. Sono stati bellissimi anni». Ormai adolescente Irene passa all'Erbusco, squadra affiliata al Franciacorta. Tra tutte le ragazze Irene è la più piccola: «Eravamo un gruppo eterogeneo, da me che avevo 15 anni fino a calciatrici di 45. Da loro ho imparato i veri valori del calcio: l'importanza di sostenersi a vicenda e la voglia di non mollare mai». Oggi è lei a trasmettere questi valori alle sue compagne, in veste di veterana, nonostante i soli 23 anni: «Sono sicura che andranno lontano: hanno volontà e capacità». Per il Montorfano Irene è preziosa anche perché si adatta a qualsiasi ruolo: «Ho giocato ovunque e spesso mi hanno schierato in attacco, ma il mio ruolo naturale è quello di terzino. E la mia zona preferita la difesa. Lì vivi tutte le emozioni dell'incontro: gli attaccanti sono i più ammirati perché fanno i numeri e segnano, ma sono i difensori a farsi carico delle maggiori responsabilità e a salvare le partite». CORSA, fisicità e grinta fanno di Irene un terzino-mastino: «Vedendomi giocare tutti direbbero che sono un maschiaccio, eppure fuori dal campo sono molto femminile». Il canto è la sua grande passione: «Studio al conservatorio e con il mio fidanzato, un cantante lirico, abbiamo un gruppo folk: i Broken Pato». Canto e calcio, perché no? «A scuola mi prendevano in giro: ci sono ancora tanti pregiudizi. Ormai sono impermeabile alle battute sul calcio femminile, ma è ora di farla finita. Siamo nel 2020: ciascuno deve sentirsi libero di dar voce a ogni aspetto della propria personalità». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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