«Mi guardava in faccia e rideva
Per fortuna mi hanno fermato»

È incredulo e sotto shock. «Non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa così, in pieno giorno, nella nostra casa», racconta Antonio, il compagno della vittima del tentativo di stupro, appena tornato dall’ospedale di Chiari dove è ricoverata la 55enne. «Sembra tutto così assurdo - racconta -. Quando sono arrivato fortunatamente sono stato trattenuto, perchè non so come sarebbe finita se fossi riuscito a mettere le mani addosso a quell’immigrato. Ci rideva in faccia e ci guardava negli occhi in segno di sfida. Era strafottente persino con i carabinieri».

L’unica consolazione di Antonio è che la compagna ha evitato il peggio: «Resterà ancora in ospedale, i medici la trattengono per motivi precauzionali - spiega -: è molto provata psicologicamente, e non potrebbe essere altrimenti visto quello che ha passato. Ringrazio le persone che sono intervenute per aiutarla e i carabinieri che hanno dimostrato umanità e grande sensibilità anche con nostri figli: adesso mi auguro che la giustizia faccia il suo corso rapidamente senza sconti», afferma Antonio.

A 80 ANNI Ezio Cucchi non vuole sentirsi chiamare eroe. «Ho fatto quello che dovrebbero fare tutti - spiega -: ho visto una persona aggredita e sono intervenuto per aiutarla. Inizialmente ho pensato a una rapina, ma quando sporgendomi dal muretto ho visto quello straniero che seminudo tratteneva a terra la sua vittima, ho capito che stava . Non potevo scavalcare ma non potevo neppure fare nulla: in giro non c’era nessuno. Sono uscito dal cancello e per fortuna un’auto che è fermata e ha fatto fare il giro fino al parcheggio del condominio». L’intervento di Cucchi è stato decisivo: «Con l’aiuto di un automobilista di passaggio abbiamo strappato la vittima dalle mani dell’aggressore. Non volevamo che scappasse e l’abbiamo circondato con un vicino sceso e altri poi con il compagno, ma pur circondato lui ci guardava e ci rideva in faccia allargando le braccia per sfidarci». G.C.C.

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