SANITA'

«AstraZeneca solo a over 60»: circolare alle Regioni, «basso rischio negli anziani»

L'Italia raccomanda l'uso di AstraZeneca solo per chi ha più di 60 anni, sebbene non ci siano elementi per scoraggiare la seconda dose per quanti avessero già avuto la prima
Ora anche in Italia Astrazeneca sarà raccomandato a 60-79enni EPA/Manuel Bruque
Ora anche in Italia Astrazeneca sarà raccomandato a 60-79enni EPA/Manuel Bruque
Ora anche in Italia Astrazeneca sarà raccomandato a 60-79enni EPA/Manuel Bruque
Ora anche in Italia Astrazeneca sarà raccomandato a 60-79enni EPA/Manuel Bruque

LA CIRCOLARE:  «Chi ha già ricevuto la prima dose può completare il ciclo»

Pronta la nuova circolare con cui i ministero della Salute ha aggiornato le raccomandazioni sul vaccino Vaxzevria di AstraZeneca. La circolare - inviata a Regioni, istituzioni ed associazioni - ribadisce che il vaccino è approvato dai 18 anni d’età. «Sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità da COVID-19 nelle fasce di età più avanzate - si legge - si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni». «Chi ha già ricevuto una prima dose Vaxzevria, può completare il ciclo col medesimo vaccino».
 

L'AIFA: «Incidenza eventi trombotici sopra i 60 inferiore alle attese» 

L’associazione con gli eventi trombotici «non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni, nei quali l’incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa». Lo afferma la Commissione tecnico scientifica Cts dell’Aifa nel parere sul vaccino di AstraZeneca, in relazione ai casi di trombosi rare segnalati a seguito della somministrazione dello stesso vaccino.
Il vaccino, come sottolineato dagli esperti nella conferenza stampa al ministero della Salute dopo il pronunciamento di ieri dell’Ema, potrebbe dunque avere un «effetto protettivo» per questa fascia di età.
 

LE CRITICHE DI CRISANTI: «Allucinante, l’Ema non può lavarsene le mani»

«L’Italia si è allineata alla Germania, non ha esercitato nessuna valutazione indipendente così facendo si mette in pericolo tutto il piano di
vaccinazione, visto che la fetta più ampia della popolazione da vaccinare ha meno di 60 anni». Lo dice il professor Andrea Crisanti, sul caso Astrazenca. Intervistato da La Stampa, critica sia la scelta del nostro Paese, sia l’Ema.
«Una cosa allucinante, l’Agenzia europea dei medicinali non può lavarsene le mani in questo modo, lasciare che ogni singolo Paese decida per sé: così si crea disorientamento, oltre a dimostrare la mancanza di indipendenza dell’Ema e la debolezza della politica sanitaria dell’Unione», dice. Definisce la decisione della Germania «politica»: «lì c’è una folta presenza di no vax e poi hanno in casa la BionTech».

A chi diserta l’appuntamento perché non si fida, direbbe che «non abbiamo alternative a fidarci, sempre che vogliamo uscire da questa situazione. Ricorderei come in Inghilterra, grazie ad AstraZeneca, hanno abbattuto la mortalità del Covid. Proverei a spiegare quello che con onestà andava detto fin dall’inizio: con un’autorizzazione in emergenza e una sperimentazione fatta su un numero limitato di persone, è inevitabile che ci siano aggiornamenti dei dati e modifiche delle indicazioni in corso d’opera». In più, conclude, «ha un grosso difetto, costa solo 2 euro e mezzo, è un "disturbatore" del mercato».
 

DA BRUXELLES: nessuna linea comune, scelte demandate ai singoli Paesi

Ad annunciarlo in serata è stato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, al termine dell'ennesima giornata convulsa sull'uso del vaccino di Oxford. Pur riconoscendo i casi eccezionali di trombosi come «effetti indesiderati molto rari» dell'immunizzante anglo-svedese, l'Ema non aveva infatti ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d'età, demandando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze.
Subito dopo l'Ema, si sono riuniti i ministri della Salute dei 27, che però non sono riusciti ad adottare una linea comune.

L'Ue resta così spaccata tra quanti hanno già imposto restrizioni (come i Paesi scandinavi, la Germania, la Francia e l'Olanda, cui si è aggiunto oggi anche il Belgio) e quanti invece non intendono farlo. «Ci mettiamo subito a scrivere la circolare. Bisogna essere chiari e netti», ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza sulle nuove direttive per AstraZeneca. Il provvedimento «conterrà una raccomandazione di somministrarlo sopra i 60 anni, in linea con quanto deciso da altri paesi Ue» ha aggiunto.

«I benefici superano di gran lunga i rischi», aveva ripetuto nel pomeriggio la direttrice dell'Ema Emer Cooke, parlando di eventi davvero straordinari, con un'incidenza molto bassa, e lanciando un appello agli europei a vaccinarsi con tutti gli immunizzanti disponibili. La presidente del Prac, la commissione per la valutazione del rischio dell'Agenzia europea, Sabine Straus, aveva tuttavia ammesso che i casi analizzati hanno fatto rilevare «un forte legame» tra il vaccino di AstraZeneca e gli eventi collaterali «molto rari», e per questo motivo è stata stabilita una «probabile causalità».

«Una spiegazione plausibile» delle cause scatenanti non è stata individuata, ma tra le ipotesi «c'è una risposta immunitaria al vaccino». Ad ogni modo l'Ema ha espresso la volontà di imporre ad AstraZeneca «approfonditi studi per capire di più sugli effetti di rischio» del suo vaccino, ha spiegato il responsabile della task force sull'analisi dei dati Peter Arlett.

L'Italia ha ritenuto di andare oltre l'aggiornamento del bugiardino e gli avvisi raccomandati dall'Ema, aggiungendosi alla schiera di quanti avevano già imposto delle restrizioni (Germania, Spagna e Belgio hanno deciso l'uso sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55). Anche la Mhra, l'autorità britannica del farmaco, ha raccomandato di offrire un vaccino diverso alle persone con meno di 30 anni. Le trombosi rare rilevate su alcune decine di pazienti sono «un effetto collaterale potenziale sospetto» del siero «su un numero estremamente limitato» di casi, ha ammesso June Raine, dell'ente regolatore del Regno Unito.

«Esiste la forte possibilità» di un qualche legame, «anche se occorre ulteriore lavoro per provare oltre ogni dubbio» un rapporto causale. Intanto nel Regno Unito sono saliti a 76 i casi di trombosi rare e a 19 i morti fra le circa 20 milioni di persone che hanno utilizzato il vaccino.
Gli Stati Uniti, ha fatto sapere Anthony Fauci, non prevedono al momento di utilizzare l’Oxford: «Non è un giudizio negativo - ha specificato - ma abbiamo già tre buoni vaccini che ci forniscono dosi sufficienti probabilmente anche per un ulteriore richiamo».

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