Natale senza cenoni: quanto costerà?

By Athesis Studio
Pranzi e cene delle feste più cari per gli italiani
Pranzi e cene delle feste più cari per gli italiani
Pranzi e cene delle feste più cari per gli italiani
Pranzi e cene delle feste più cari per gli italiani

A poco più di un mese dal Natale 2020, il primo - e si spera l’unico - all’insegna dell’emergenza pandemica, c’è già chi, come sottolineato in un articolo di Lettoquotidiano.it, si è già messo ad addobbare casa (con ovvia condivisione sui social del risultato delle proprie fatiche e sulla scia di influencer come i Ferragnez, che per il loro albero di Natale 2020 hanno scelto gli allestimenti di Vincenzo D’Ascanio).

 

In quello che è l’avvento più anomalo di sempre, è naturale chiedersi quali potranno essere le ripercussioni di un Natale che, al netto delle riduzioni delle misure restrittive, sarà senza il tradizionale cenone.

 

Le stime di Coldiretti

A fornire una stima in merito ci ha recentemente pensato Coldiretti, ricordando che a pesare sulle spese alimentari per il Natale non sarà solamente l’incertezza relativa al lockdown totale, ma anche e soprattutto i divieti di spostamento e il limite di persone alla stessa tavola. Per dare qualche numero rispetto agli anni scorsi, è bene fare presente che, in media, in Italia attorno al tavolo imbandito per il cenone di Natale si riunivano 9 persone.

 

A contribuire al calo della spesa alimentare in occasione del Natale ci pensa anche lo stop alle sagre di Paese, eventi che, fino all’anno scorso, ricoprivano un ruolo centrale ai fini dell’approvvigionamento dei cibi da presentare poi sulla tavola di Natale.

 

A quanto corrisponderà il calo delle spese a tavola per il Natale 2020? Sempre secondo Coldiretti, si parla di una flessione negativa che potrebbe raggiungere il 12%.

 

Entrando nel vivo di questa perdita, le prospettive mettono in primo piano una contrazione del volume d’affari pari a circa 30 miliardi di euro (risultato frutto di elaborazioni di Coldiretti effettuate a partire da dati di Ismea).

 

Il risultato in questione, come si può leggere sempre sul sito di Coldiretti, è il peggiore del decennio. Lo stop al canale della ristorazione non verrà compensato da un aumento dell’entità del carrello delle famiglie.

 

Le restrizioni finalizzate a contenere il contagio da SARS-CoV-2 sono destinati infatti a influire sul consumo di cibi tradizionali per periodo natalizio in maniera a dir poco pesante. Per essere precisi, le stime parlano di 70 milioni di kg in meno per quanto riguarda i pandori e i panettoni, simboli incontrastati del periodo delle feste in ogni parte della penisola.

 

Le stime di Coldiretti fotografano anche uno squilibrio notevole in seno alle filiere produttive. Il motivo è legato chiaramente alla minor vendita di prodotti agroalimentari (il trend coinvolge bevande come il vino e la birra, ma anche tutto quello che riguarda il pesce, la carne e, in particolare, i formaggi pregiati, il cui consumo raggiunge tradizionalmente livelli molto alti nel periodo delle feste).

 

L’allarme del Codacons

A lanciare un allarme affine ci ha pensato il Codacons che, commentando i dati forniti da Confcommercio, ha messo in primo piano un calo dei consumi pari all’8,1% in confronto ai numeri di ottobre 2019.

 

Come sottolineato dal Presidente Carlo Rienzi, nonostante i bonus erogati dal Governo negli ultimi mesi non è stato possibile assistere all’attesa ripresa dei consumi. Le famiglie proseguono anzi con una contrazione della spesa, sull’onda non solo dell’emergenza che viviamo oggi, ma anche e soprattutto dell’incertezza relativa al futuro.

 

L’associazione ha messo in primo piano delle stime, parlando di una spesa legata alle festività natalizie pronta a crollare del 14,5%. Dietro a questi numeri c’è la riduzione della spesa per i regali, ma anche le uscite più ridotte per addobbi e generi alimentari.