Addio Michael Apted l’artigiano raffinato del cinema inglese

«Gorilla nella nebbia»
«Gorilla nella nebbia»
«Gorilla nella nebbia»
«Gorilla nella nebbia»

ROMA Ha mancato per una manciata di giorni - poco più di un mese per l’esattezza - l’appuntamento con i suoi 80 anni. Si è saputo ieri della scomparsa di Michael Apted, morto a Los Angeles dopo una lunga e onorata carriera da cineasta, premiato dal consenso del pubblico e dalla stima dei colleghi nonostante un palmarès in fondo scarno, salvo l’exploit delle sette nomination all’Oscar nel 1980 con «La ragazza di Nashville». Ma alla fine, in quel caso, a trionfare fu solo la sua protagonista, Sissy Spacek, e allo stesso modo ricordiamo uno dei suoi migliori film - «Gorilla nella nebbia», 1988 - soprattutto per l’interpretazione di Sigourney Weaver. Il fatto è che l’inglese Michael Apted, nato ad Aylesbury nel Buckinghamshire il 10 febbraio 1941 sotto le bombe dell’offensiva nazista contro l’Inghilterra, è stato soprattutto un raffinato artigiano, un attento direttore d’attori, un meticoloso costruttore di congegni narrativi. Del resto lo confessava lui stesso: «Non mi ha mai appassionato dirigere film che nessuno ha voglia di vedere». Alto, elegante, segaligno (ma da giovane ostentava una bella zazzera bionda e un fisico atletico), è ricordato oggi come un gran signore e un sobrio cerimoniere. Il suo capolavoro rimane «Gorilla nella nebbia» del 1988 in cui ricostruiva il misterioso omicidio dell’antropologa Dian Fossey, mandata in Congo Belga dal «National Geographic» per studiare il comportamento dei gorilla di montagna. •

Suggerimenti