Zaino in spalla

Il Mulino Menaglio di Teglio: una passeggiata per tutte le stagioni

di Andrea Ravarini
aravarini@gmail.com
Il meglio conservato tra i tantissimi mulini ad acqua un tempo presenti sul territorio, al suo interno è allestito anche un piccolo museo sulle tradizioni agricole
Torre de li Beli Miri Il simbolo medievale di Teglio
Torre de li Beli Miri Il simbolo medievale di Teglio
Torre de li Beli Miri Il simbolo medievale di Teglio
Torre de li Beli Miri Il simbolo medievale di Teglio

Di fronte al passo dell’Aprica, su un panoramico poggio nel versante opposto della Valtellina, sorge Teglio, il paese che ha dato il nome alla valle, conosciuto anche per essere la sede dell’Accademia del Pizzocchero. Una facile passeggiata per tutte le stagioni ci condurrà al Mulino Menaglio, il meglio conservato tra i tantissimi mulini ad acqua un tempo presenti sul territorio. Un efficace restauro da parte del Comune ha permesso di rimetterlo in attività e alcuni piccoli produttori locali vi macinano nuovamente i propri grani.

La passeggiata

Parcheggiamo nei pressi del campo da calcio e del parco giochi e, verso sud, entriamo nel Parco della Rimembranza dove raggiungiamo il simbolo del paese, la torre medioevale detta «De li Beli Miri» per la splendida vista che la zona offre su tutta la valle: a nord est i monti Seroti e le cime di Grom, poi il Padrio, il Palabione e ancora tantissime cime delle Orobie Bergamasche e Valtellinesi. Passando per la Chiesetta di Santo Stefano, scendiamo verso il centro del paese e imbocchiamo in direzione nord la salita di San Silvestro (segni biancorossi). Prendiamo poi verso nord ovest via Sagli, sino ad attraversare la strada principale per Prato Valentino: qui a sinistra una sterrata sale nei prati sino al punto più alto dell’escursione, in località San Ciun.

Al bivio si tiene la sinistra per scendere nella frazione di Ligone e da qui, presso la chiesa di Santa Maria, si prende a destra la stradina per San Rocco. Sul tornante al margine occidentale dell’abitato proseguiamo diritti sulla sterrata che conduce in Val Rogna, dove tra il ‘600 e i primi del ‘900 erano attivi ben 10 mulini: il toponimo pare risalire alle lunghe contese tra gli abitanti di Teglio e quelli del confinante Chiuro per l’utilizzo dell’acqua, preziosa risorsa necessaria per muovere le macine. In breve raggiungiamo così il Mulino Menaglio, al cui interno è allestito anche un piccolo museo sulle tradizioni agricole.

Il rientro 

Rientriamo a San Rocco e al tornante teniamo la strada di destra che riconduce verso il centro di Teglio attraversando ampi prati alternati a campi coltivati a segale e grano saraceno: quest’ultima è una pianta a fiore che, pur essendo spesso associata ai cereali, in realtà appartiene a tutt’altra famiglia (le Poligonacee) e rappresenta la base per molte ricette tipiche della Valtellina tra cui pizzoccheri, polenta taragna, sciatt e chisciöi. Lungo la strada poco trafficata raggiungiamo il paese, dove in prossimità del palasport si tiene la destra per scendere verso il rinascimentale Palazzo Besta e da qui tornare alla partenza.

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