Cantina Valpolicella di Negrar

Un «presidio» per il Recioto, a rischio estinzione: «Il padre dell'Amarone rischia di essere dimenticato»

di Laura Zanoni
Pur essendo il vino dei nonni della generazione dei «baby boomers», non è facile da fare ed è abbandonato nel tempo da molti. Soprattutto perché non ha più mercato
Cantina Valpolicella Negrar Il dg Accordini (a destra), il presidente Brunelli e la sua vice Ceschi
Cantina Valpolicella Negrar Il dg Accordini (a destra), il presidente Brunelli e la sua vice Ceschi
Cantina Valpolicella Negrar Il dg Accordini (a destra), il presidente Brunelli e la sua vice Ceschi
Cantina Valpolicella Negrar Il dg Accordini (a destra), il presidente Brunelli e la sua vice Ceschi

La proposta di fare del vino Recioto un presidio con Slow Food è stata annunciata nel corso di Vinitaly dal direttore generale della Cantina Valpolicella Negrar, Daniele Accordini, che spiega così l’idea: «Lo scopo è sostenere un prodotto che ci ha fatto diventare famosi nel mondo, essendo per così dire il padre dell’Amarone».

E che rischia di essere dimenticato, pur essendo il vino dei nonni della generazione dei «baby boomers», non facile da fare e abbandonato nel tempo da molti. Soprattutto perché non ha più mercato. Nello stesso momento in cui la Valpolicella mira al riconoscimento Unesco a patrimonio immateriale dell’umanità per la tecnica di appassimento delle uve, per cui è in corso la candidatura, riaffiora la narrazione dell’origine dell’Amarone, un «Recioto spillato da una botte dimenticata in cantina».

Riserva di Amarone della Valpolicella Classico

E la realtà cooperativa negrarese ha presentato a Vinitaly anche L’Amarone del 90°, che celebra le origini dell’azienda: è la Riserva di Amarone della Valpolicella Classico Docg Domìni Veneti 2015.

«Era d'obbligo coronare questo traguardo con un grande Amarone, vino a cui la storia ci lega indissolubilmente», conferma il neo presidente Giampaolo Brunelli, chiamato da novembre a guidare la Cantina insieme ad Alessia Ceschi. Su un totale di oltre 9 milioni di bottiglie prodotte con vini del territorio e di altre Doc veronesi, 1.500.000 sono di Amarone. Il premium brand di Cantina Valpolicella Negrar, «Domìni Veneti», che oggi rappresenta il 30% del suo fatturato - pari a 45 milioni di euro - conta ora un nuovo prodotto: tra le novità presentate al Vinitaly c’è «MaDamigella Blu», un Rosé che deve nome ed etichetta a una specie simile alla libellula: un Rosato Veneto Igt.

La Cantina annuncia inoltre nuovi investimenti: «Confidiamo di dare concretezza, entro il 2025, a investimenti già programmati per realizzare una trentina di vasche dalla capacità di 53mila ettolitri, che consentiranno di aumentare la nostra capacità di stoccaggio di vini che richiedono un lungo affinamento», spiega Accordini.

«Inoltre, concluderemo un ampliamento della cantina di 2.700 metri quadrati, destinati in parte a magazzino e in parte ad un impianto di imbottigliamento da 12mila bottiglie all'ora. Il tutto senza ulteriore consumo di territorio agricolo, in quanto verrà realizzato nel perimetro urbanistico consolidato». Sono 244 i soci conferitori: la Cantina può contare su 878 ettari di vigneti, di cui circa il 30% è condotto a regime biologico, distribuiti in gran parte nella zona Classica.

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