Alberi, analisi e diagnosi affidabili solo con esperti

Egregio direttore, gli alberi non cadono solo nei boschi o nei parchi ma anche, purtroppo, lungo i viali delle nostre città. È successo da noi non più tardi del 13 luglio, con più di 100 crolli in città. Non da meno in provincia - con violenti fenomeni anche venerdì scorso - se pensiamo solo al caso del campo sportivo di Villa Carcina dove la tempesta ha fatto cadere 25 alberi alti 25 m. Conviene perciò chiedersi se questi eventi siano inevitabili o se si possa fare qualcosa per prevederli ed evitarli. Eliminiamo intanto dal discorso le condizioni straordinarie delle tempeste con il vento a 200 km/h o le nevicate di 1 metro o la saetta di un fulmine che spezza l’albero. Restiamo nel campo delle condizioni climatiche ordinarie con i temporali che ogni anno capitano. Bene, nel 90% dei casi, ci confermano i dottori agronomi bresciani, lo schianto dell’albero può essere evitato se si dispone di una diagnosi agronomica. Nulla di più o di diverso dell’approccio che il medico o il veterinario hanno con i propri pazienti: esami visivi ed eventuali analisi tecniche per avere una diagnosi chiara sullo stato del paziente: in questo caso l’albero. Gli esami servono per conoscere la tenacità del legno o la sanità delle radici, o l’efficienza del sistema linfatico, o la solidità dell’inserimento dei rami o dell’ancoraggio delle radici al suolo. La diagnosi agronomica diventa perciò una certificazione di salute e di affidabilità in quanto permette di conoscere il grado di pericolosità dell’albero e di valutare il da farsi. I Comuni più attenti (diciamo più del 50%, ma meno del 75%), sottopongono periodicamente i vecchi alberi a questi check-up fitosanitari. Il Comune di Brescia ha per esempio fatto controllare nei giorni scorsi 84 alberi secolari del parco Ducos sottoponendoli a diverse analisi tecniche che hanno confermato buone condizioni di salute di questi alberi vicini ai 150 anni di età. Lo stesso farà il Comune di Villa Carcina nel parco di Cogozzo dove pochi giorni fa sono crollati al suolo molti alberi... Nel caso dei grandi cedri del parco di Cogozzo l’elemento di debolezza sta nella malconformazione di crescita di questi alberi che sono il frutto di un errore di piantagione effettuato 60 anni fa. Chi realizzò questa «pineta» (che in realtà comprende cedri dell’Hymalaia completamente fuori luogo da noi) diede ad ogni albero 25 mq di spazio invece che i necessari 250 mq con il risultato di creare una piantagione fitta e debole, esposta al pericolo di cedimento alla prima occasione ventosa. Il popolamento dei cedri di Cogozzo è cresciuto male per errore di impianto, si è indebolito con la crescita e oggi non può più essere recuperato. Ma perché un albero cade? Messe da parte le tempeste straordinarie o i fulmini che, quando colpiscono, possono disintegrare anche gli alberi più solidi possiamo dire che un albero può schiantare solo per patologie fungine del legno o per difetti morfologici di crescita o per danni subiti (tipico da scavi). Quello dei difetti di crescita è l’handicap più subdolo perché può interessare alberi anche apparentemente bellissimi e rigogliosi ma, magari, posizionati in spazi ridotti o con le radici deboli per eccessive irrigazioni nel giardino. Patologie, difetti e lesioni hanno tante sfaccettature che solo l’agronomo esperto sa leggere per poter emettere un certificato diagnostico affidabile. Non stiamo parlando di giardinaggio ma di fitostatica, una disciplina specialistica delle scienze agro-forestali. Attenzione però: albero vivo non significa albero sicuro come anche albero vigoroso non significa albero sano. Ecco perché bisogna prestare attenzione a non cadere nel circolo vizioso delle valutazioni estemporanee rilasciate da praticoni o da pseudoesperti. L’agronomia urbana è un’altra cosa, è una scienza con professionisti abilitati dalla legge, come lo sono d’altra parte il medico e il veterinario. Fiorenzo Pandini dottore agronomo Brescia

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