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Badalisc, il mostro della Val Saviore che piace alla Disney

di Marco Tiraboschi
La festa del Badalisc si ripete ogni anno a inizio gennaio ad Andrista di Cevo
La festa del Badalisc si ripete ogni anno a inizio gennaio ad Andrista di Cevo
La festa del Badalisc si ripete ogni anno a inizio gennaio ad Andrista di Cevo
La festa del Badalisc si ripete ogni anno a inizio gennaio ad Andrista di Cevo

Quando la memoria del passato si conserva nel trascorrere del tempo, pur mutando forma, può conservare la propria forza, essere utilizzata per interpretare il presente, e in alcuni casi essere alla base del futuro. È il caso di una tradizione conservata in un piccolo borgo della Val Saviore che si chiama Andrista. Un centinaio di anime vivono su un dosso alla fine della valle, vegliati dalla rassicurante presenza di una chiesetta romanica circondata dal piccolo cimitero, paesaggi che oggi si possono godere solo in qualche vecchia litografia. In questa comunità, ogni anno, a gennaio, si svolge la curiosa festa tradizionale del Badalisc, miracolosamente sopravvissuta fino ad oggi. Fino a tempi non molto lontani avversata dalla chiesa, si tratta della reinterpretazione di un rituale che risale, con tutta probabilità, a molto prima della fondazione dell'abitato, a migliaia di anni fa, ai tempi in cui gli antichi abitanti della Valle Camonica hanno disseminato le proprie tracce di pietra.

Il Badalisc è una creatura cornuta che, secondo il folklore locale, vive in una grotta e ha un aspetto imponente che mescola le caratteristiche del serpente e della capra ed è dotata di occhi ardenti. Nei giorni precedenti l'Epifania, la festività nella quale Dio si manifesta agli uomini, viene attirato nei pressi del villaggio al suono delle «tacole», percussioni idiofone della tradizione. Il 5 gennaio tra i grandi fuochi accesi nei dintorni di Andrista, una sorta di «limen» soprannaturale, il Badalisc, interpretato da un adolescente vestito con un pesante costume grottesco dalla grossa testa, viene catturato e legato. Il simpatico testone ha la peculiarità di dover dire la verità una volta preso in trappola. Viene così condotto in paese accompagnato da una serie di maschere alle quali consegna una pergamena che contiene la «'ntifunada», un discorso in rima dove vengono raccontate le contese e i problemi della comunità che si auspica vengano risolti entro l'anno successivo.

Il giorno 6 è passato tra cibo, vino, canti e balli liberatori, poi il Badalisc è riaccompagnato nei boschi e lasciato libero fino all'anno successivo. La forza di questa festa non sta tanto in quello che si vede, ma in quello che rappresenta. Il Genius Loci dalle sembianze mostruose, dal folto del bosco osserva la comunità per l'intero anno per poi giudicarla moralmente mettendone in evidenza le problematiche e spingendola a risolverle. Quasi un'inversione carnevalesca dove si trovano mescolati elementi simili a quelli dei riti di propiziazione del nuovo anno ad altri del tutto originali che ancora aprono nuove ipotesi. Potrebbero esserci connessioni con alcune incisioni rupestri presenti nelle vicinanze, ora in fase di studio.

L'unicità di questa tradizione poco conosciuta localmente è recentemente giunta dall'altra parte del mondo ispirando il regista di punta della Disney Lino Di Salvo, che ha annunciato la produzione di una nuova pellicola di animazione ambientata in Valle Camonica e ispirata al Badalisc, proiettando così verso il futuro un mito millenario.

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