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Brescia da brividi: i fantasmi son tra noi

di Marco Tiraboschi
La maggior parte dei castelli abitati o in rovina che caratterizzano la terra bresciana ha il proprio fantasma storico. In vista di Ognissanti, rispolveriamo qualche storia
Anche nella nostra provincia ci sono storie di fantasmi
Anche nella nostra provincia ci sono storie di fantasmi
Anche nella nostra provincia ci sono storie di fantasmi
Anche nella nostra provincia ci sono storie di fantasmi

Con l'avvicinarsi della vigilia di Ognissanti è doveroso rispolverare qualche storia di fantasmi, tirare fuori gli scheletri dagli armadi e lucidarli per bene per provare un brivido in questo periodo dell'anno in cui l'aria comincia a diventare più fresca. In passato moltissimi credevano all'esistenza di esseri immateriali che passavano il loro tempo aggirandosi tra i vivi con intenti più o meno benevoli in attesa di comunicare o di ricevere una degna sepoltura. Nel tempo si sono sviluppate una serie di superstizioni e leggende che si sono diffuse in tutta la nostra provincia: la maggior parte dei castelli abitati o in rovina che caratterizzano la terra bresciana ha il proprio fantasma storico.

Sembra infatti che i nostri ectoplasmi amino i cliché: edifici scuri, umidi e isolati, meglio se pieni di ragnatele e decadenti, e quando gli spettri non c'erano, ci pensavano gli astuti proprietari a inventarsene uno. Ma oggi, a Brescia, i fantasmi esistono ancora? La risposta è sì, almeno nella testa di chi ci crede o vuole crederci. La tradizione delle storie di fantasmi si è nel tempo modernizzata e adattata a contesti moderni e tecnologici, spesso le «leggende metropolitane» si ispirano vagamente a fatti accaduti veramente, a opere cinematografiche, o a storie del passato rivisitate.

Con internet i confini della credulità si sono ampliati al di fuori del focolare domestico, del bar e della cerchia sociale.Tra le storie più note che circolano in rete c'è quella di una casa in zona Costalunga dove durante il secondo conflitto mondiale trova rifugio una donna rimasta solo avendo perso il marito e i figli in guerra. Solo dopo l'armistizio qualcuno si ricorda di lei e bussa alla sua porta per scoprire che della donna non c'è più alcuna traccia. Nella casa la tavola è apparecchiata come se qualcuno si preparasse a cenare e sotto l'edificio vengono scoperti strani cunicoli la cui funzione non è chiara. Da allora attorno alla casa si manifestano «strani» fenomeni: un ragazzino, passando davanti alla casa sul suo motorino in compagnia di un amico, sente un verso raccapricciante simile a uno stridio e vede una sagoma scura sorpassarlo a grande velocità. La probabile morale: andare in due in motorino è un pericolo oltre che essere illegale.

Un'altra leggenda moderna è quella di Melissa, una ragazza bionda che sarebbe stata investita da un veicolo e uccisa il 29 dicembre 1999 alle 5.20 del mattino su uno svincolo autostradale. La stessa ragazza, però, sarebbe stata vista contemporaneamente in tre luoghi diversi e distanti tra loro, ovviamente da testimoni sconosciuti.

Nella Valle di Corteno, già da tempo è diffusa la storia di una donna fantasma, vestita di stracci e con lunghi capelli che le coprono la faccia, che si aggira nei boschi. Sembra che abbia il potere di ipnotizzare con lo sguardo chi trova sulla sua strada, oltre che di muoversi a grandissima velocità e imitare perfettamente i versi degli animali. Attenti quindi se andate a funghi da quelle parti!

Infine c'è la leggenda del «Barba» di Seniga, un uomo selvatico e dal carattere scontroso che viveva isolato nei boschi e che non fu mai più trovato, né vivo né morto. Sembra che nelle notti di plenilunio il suo spettro si aggiri nella selva, emettendo una luce sfolgorante. Qualcuno forse potrebbe adottarlo e realizzare un bizzarro decoro da giardino.

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