Cesare, esempio di solidarietà Impossibile dimenticarti

Egregio direttore, in questi giorni Manerbio ha perso un suo preziosissimo punto di riferimento, essendo venuto a mancare, dopo una breve malattia, Cesare Barbariga. Al suo funerale ha partecipato una gran folla, tanto era benvoluto e apprezzato. Risaltava nell'ultimo viaggio l'accompagnamento di tutti i soci del Vespa Club, in sella ai loro scooter. In realtà, era difficile non sapere chi fosse Cesare a Manerbio: una persona impegnata in tante associazioni di volontariato, che se n'è andata in silenzio, senza clamore, inaspettatamente, ma lasciandoci i suoi grandi valori personali, come la sua serenità, il sorriso, la disponibilità verso gli altri, senza mai voler mettersi in mostra. Avrebbe pure meritato, di certo, un encomio pubblico e solenne per la sua vita dedita alla famiglia, al lavoro e alle varie associazioni di volontariato, compresa l'Avis. Appassionato di scooter, e della Vespa in modo particolare, è stato per tanti anni l'anima del locale Vespa Club. Lo si poteva vedere spesso coi soci vespisti anche nei paesi della provincia, in occasione di avvenimenti locali. Stravedeva per la «sua» Vespa e per i fans delle due ruote, a cui era prodigo di consigli, soprattutto per mettere a punto il motore di quanti si rivolgevano a lui, certi che avrebbe risolto i problemi. Nell'associazione ha donato il suo impegno diretto sempre con grande calore e partecipazione. Cesare era una persona di estrema cordialità, con l'immancabile sorriso sulle labbra, sempre affabile e allegro. Di primo acchito in lui si coglieva subito l'aspetto umano: una persona che viveva per il sociale e nel sociale, come del resto suo fratello Mario mancato alcuni anni fa. Nel periodo estivo, quando ci si trovava di sera al parco Paolo VI, manifestava anche lui, come tutti noi, il suo cruccio, rammaricandosi che a Manerbio non ci fosse un Centro Anziani. Da uomo aperto e leale, sapeva allacciare legami con chiunque lo incontrasse sulla sua strada, al punto tale che a Cesare era impossibile non voler bene. Personalmente, ho avuto la fortuna di conoscerlo dalla fine anni Sessanta, quando iniziavo a frequentare mia moglie, che abitava a pochi passi da casa sua, in quelle che allora erano per tutti le «Trezande». Ho compreso subito che avevamo le stesse passioni e uguali valori: eravamo in perfetta sintonia su sindacato, volontariato e riscatto degli emarginati, un tema molto sentito allora dalla nostra generazione. Per lunghi anni ha lavorato alla Marzotto, dove era assistente nel reparto tessitura. Anche lì ha dimostrato il suo essere prima di tutto umano, con i collaboratori, lasciando un bellissimo ricordo anche nell'ambiente di lavoro. Così se ne va un grande uomo, pur se piccolino di statura, un Cesare altruista, generoso, che lascia per sempre un segno indelebile nel nostro paese. Un’intera comunità, colpita dalla perdita, ora lo piange e porterà nel cuore la sua figura, con la sua solidarietà vissuta in prima persona. Cesare, sarà sempre con noi! Luigi Andoni Manerbio

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