BRESCIA INSOLITA

Così George Sand rimase incantata dal lago d’Iseo

di Marco Tiraboschi
Il ritratto di una giovane George Sand
Il ritratto di una giovane George Sand
Il ritratto di una giovane George Sand
Il ritratto di una giovane George Sand

Si sono quindi diretti al porticciolo di Iseo. C'era stata una festa nelle vicinanze. Carri, trainati da cavalli piccoli, magri e vigorosi, riportavano le fanciulle nel loro splendore domenicale, con le loro graziose acconciature da statue antiche. Lo chignon attraversato da lunghe spille argentate e fiori naturali nei capelli…». Sono vivide parole tratte da «Lucrezia Floriani», romanzo firmato dalla brillante George Sand nel 1847. Scrittrice prolifica, nota anche per la vita dissoluta e per essere stata al centro di tanti scandali nella capitale francese. Parigi, in epoca romantica è forse il centro più importante al mondo per quanto riguarda l’arte, la musica, la letteratura e il bel vivere. La patria dei libertini. Quattordici anni prima, nel 1833, la Sand, in compagnia del nuovo amante, lo scrittore Alfred de Musset, fugge dal turbine della Ville Lumière per recarsi romanticamente in Italia. Il viaggio si rivela un totale fallimento, la scrittrice si ammala di tifo e si innamora presto del medico curante, nel frattempo de Musset si consola con le procaci prostitute italiane, lo sviluppo grottesco di premesse idilliache. I due si lasceranno prima che il viaggio termini. Durante il tour soggiornano, come consuetudine dell’epoca, a Milano e a Venezia, poi, forse grazie alle lettere della poetessa britannica Lady Mary Montagu, prima straniera a scrivere del territorio, scoprono il lago d’Iseo. Si sa poco di questi giorni, ma certamente colpiscono profondamente la fantasia della romanziera. I colori, i profumi, il paesaggio, la semplicità della vita agreste di un territorio allora incontaminato, riemergono nel romanzo che anni dopo decide di ambientare sul Sebino. Sulle orme di Virgilio, il Maestro della poesia bucolica, ne restituisce tutta la freschezza. La scaltra autrice, arricchitasi grazie alla popolarità dei propri romanzi, intesse un’opera in linea con i gusti dell’epoca, ricca di Eros e Thanatos, ma tra deliri e struggimenti riesce a nascondere preziose pagine di grande ispirazione descrittiva, tanto che dopo averle lette non è possibile recarsi a Montisola o nei luoghi rimasti autentici del lago senza ritrovarne le sensazioni. «Tra le montagne che formano i suoi orizzonti e gl’increspamenti molli e lenti che la brezza traccia sulle sue sponde - scrive -, v’ha una zona d’incantevoli praterie, letteralmente smaltate dei più bei fiori campestri che produca la Lombardia. Dei tappeti di zafferano rosato coprono le rive ove l’uragano non spinge mai l’onda tempestosa. Leggere e rustiche imbarcazioni strisciano sulle onde tranquille, sulle quali si sfogliano i fiori del pesco e del mandorlo».

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