Del Vecchio un galantuomo illuminato

di Luigi Cavalieri

Egregio direttore, con Leonardo Del Vecchio se n’è andato un altro grande italiano. La storia di questo allievo dei Martinit depone a favore di un uomo, diventato grande, legando il suo nome a quella che lui ha sempre considerato la sua famiglia: la Luxottica. Dalla piccola attività di montature per occhiali di Agordo è andato alla conquista del mercato degli occhiali diventandone il «dominus» assoluto, al punto da dispiacersi quando incontrava una persona, che non indossava un suo occhiale. A dir bene di lui i suoi stessi dipendenti, che lui era solito chiamare «maestranze» e che proprio per questo ricompensava in molti modi: ricordo, ad esempio, che al compimento degli 80 anni prelevò un gruzzolo consistente delle sue azioni per un valore di 9 milioni di euro e le distribuì ai suoi dipendenti, per riconoscere «i veri artefici del mio successo», come lui ebbe a definirli. Del Vecchio un imprenditore vecchio stampo sempre, però, aperto al nuovo, che ha fatto anche finanza, tutti ricordano la sua presenza in Mediobanca e in Generali. La verità è che per lui, però, gli investimenti finanziari servivano sempre a rendere più sicuro l’impero industriale. Voglio chiudere con la definizione che mio genero, dipendente da anni di Luxottica, ha sempre dato di Leonardo Del Vecchio: un galantuomo illuminato! Luigi Cavalieri

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