Dopo il vertice: i migranti e il piano dell’Italia

Meloni ha capito che nessun muro può fermare l’ondata dei migranti, neanche lo stop alle Ong o il blocco militare lungo le coste. Ma la premier ha intuito anche che nella nuova geografia post-Ucraina, l’Italia può diventare il ponte ideale fra i Paesi del Mediterraneo allargato e l’Europa, con tutte le conseguenze, facilmente immaginabili, sul piano dell’economia e dello sviluppo. Il Piano Mattei, con le sue sei mission strategiche, è un tassello fondamentale di questo nuovo puzzle che il governo sta lentamente ma sistematicamente realizzando. Anche per battere un colpo contro l’avanzata della Cina, che nel Continente nordafricano ha scommesso prima degli altri, investendo miliardi di dollari. L’antico Mare Nostrum può diventare il nuovo crocevia della diplomazia internazionale, è qui si giocano i destini dell’Occidente: non a caso il Piano Mattei sarà anche uno dei punti che Meloni illustrerà nel fine settimana durante il suo vertice con il presidente Usa, Joe Biden. Ma l’appuntamento da cerchiare in rosso è previsto a novembre, quando si svolgerà la conferenza Italia-Africa. Sarà un momento decisivo per capire se l’Europa, tutta, vuole essere della partita o giocare un ruolo da spettatrice. L’assenza alla Conferenza di Roma di due partner importanti come la Francia e la Spagna non è certo un buon segno. È merito di Giorgia Meloni aver compreso, con lucidità, che la sfida del Mediterraneo allargato può dare al nostro Paese un margine di azione diplomatica e internazionale raramente avuto in passato. Ma la premier dovrà ora far capire a Bruxelles che la sfida non è solo italiana ma è dell’intera Europa, spingendo anche i Paesi più riottosi sul terreno delle convergenze e non delle immancabili e solite divisioni.

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