Energia, l’Italia ora rischia davvero grosso

di Gianluigi Pezzali

Gentile direttore, mi sento invincibilmente in linea con l’ingegner Marco Bonometti. Il suo discorso, tutto all’attacco del modo di voler fare politica in Italia, effettuato in occasione della cerimonia di intitolazione a Piero Borelli della sala riunioni alla piscina di Mompiano, fa conoscere una cosa che tutti dovrebbero sapere: per l’energia l’Italia rischia grosso, mentre le altre nazioni hanno già reperito altre soluzioni. Se si aspetta ancora un po’, si dovranno chiudere tante fabbriche. Siamo tornati dalle vacanze carichi di «pacchetti», quelli che ci hanno regalato i politici in uno dei loro frequenti eccessi di prodigalità: ciascuno contiene un bel mucchio di soldi, ma già sappiamo che resteranno sotto vetro, mentre la Croazia pompa il suo e nostro gas con le piattaforme nell’Adriatico. La politica seria vorrebbe che si prendessero decisioni immediate, la non decisione su queste e sulle rinnovabili ci costerà carissimo. Sicuramente. La tecnica delle nostre dirigenze economiche è sempre quella di assecondare la propensione degli italiani a vivere al di sopra dei loro mezzi, salvo poi dare strette impossibili sul consumo: il classico motto della montagna che partorisce il topolino. Ci hanno convinto a vivere forse al di sopra dei nostri mezzi, tanto non ci sarebbe stato problema alcuno... I governi rivoluzionari veri e seri possono permettersi il lusso di esserlo in qualsiasi occasione. Quelli da operetta devono restare tali. Diciamo dunque che il vero trionfatore di questa operazione non è l’Europa, ma il Monte di Pietà, poi toccherà alla Cassa integrazione, infine alla consegna dei libri contabili delle aziende in Tribunale. Forse allora ci sveglieremo con l’Ue dal sogno che, nel frattempo, sarà divenuto un incubo: senza luce e battendo le mani per il freddo e finiremo nei bassifondi della politica europea. Gianluigi Pezzali Salò

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