I 110 milioni: una parte per Gavardo

di Claudio Maffei

Egregio direttore, per la sanità gardesana c’è chi vorrebbe che i 110 milioni di euro previsti dalla Regione, fossero spesi solo ed esclusivamente per fare un nuovo ospedale a Desenzano, dove un ospedale di recente costruzione (rispetto a tutti gli altri pubblici e privati del territorio) esiste, già arrogandosi, la pretesa di definirlo «Ospedale del Garda», quando è noto che l’Ospedale di Desenzano, è sempre stato la struttura ospedaliera di riferimento per il Basso Garda, mentre per l’Alto Garda lo è sempre stato l’Ospedale di Gavardo, e sempre lo sarà (salvo sorprese) avendo perso per strada quello di Salò. Del resto se si chiama il 112 per i nord gardesani l’ambulanza in quella direzione, che è in Vallesabbia, li porterà, non a Desenzano, tranne nel caso nell’ospedale di Gavardo non vi siano i servizi necessari, allora in seconda istanza i pazienti vengono indirizzati a Desenzano, o in Poliambulanza o al Civile di Brescia. Ed é la procedura attuale per i ricoveri. Questo perché, innanzitutto, Gavardo per l’utenza dell’Alto Garda bresciano è molto più comodo. Senza entrare nei dettagli di come sia servito il tratto Limone-Desenzano, per quanto riguarda i trasporti pubblici, che per far vista ad un malato bisogna impiegare una giornata e non parliamo se si arriva dalla Valvestino. Noi chiediamo invece che una parte di quei 110 milioni siano impiegati per migliorare al massimo l’offerta dei servizi da erogare a Gavardo, in modo che solo in casi eccezionali ci si debba spostare in altri ospedali della provincia. Il problema per quanto ci riguarda (sono certissimo capiranno al più presto le persone che dirigono la sanità Regionale) non sono le dimensioni dell’ospedale di Desenzano, bensì la distanza e la scomodità, come lo sono per noi Poliambulanza e l’ospedale Civile di Brescia. Mentre all’ospedale di Desenzano capirai, ci sono da rifare gli impianti, e allora che fanno? La proposta inaudita: fanno presto, lo buttano giù e lo rifanno, alla faccia di chi non ha mai ricevuto un cavolo. Claudio Maffei

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