Brescia Insolita

Il maxi colpo ad Anversa e quel bar di Adro

di Marco Tiraboschi
Nel 2003 il folle furto al World Diamond Center; 36 ore dopo i malviventi si riunirono in un locale del paese franciacortino per incontrare un mercante per la vendita dei diamanti
Scuola di Torino: il capo Leonardo Notarbartolo
Scuola di Torino: il capo Leonardo Notarbartolo
Scuola di Torino: il capo Leonardo Notarbartolo
Scuola di Torino: il capo Leonardo Notarbartolo

Certi eventi criminali, per quanto deprecabili, hanno rappresentato lo stato dell’arte per quanto riguarda ingegno e astuzia, hanno dato origine a un particolare filone della narrazione artisticamente tradotto in varie forme: dalla letteratura al cinema. Soprattutto le grandi rapine hanno saputo affascinare la settima arte a partire da «The great train robbery» del 1903, in cui per la prima volta ci si trova faccia a faccia con uno spietato bandito e dove il gioco è retto nel bilanciamento tra violenza e ironia.

Durante tutto il secolo questo filone cinematografico si divide tra quello che vuole mettere in scena la violenza, spesso senza nessun tipo di drammatizzazione, giusto per intrattenere il pubblico, e quello che vuole raccontare l’astuzia e l’ingegno nel realizzare colossali imprese criminali senza l’uso della forza, come nella trilogia di Steven Soderbergh aperta con Ocean’s Eleven nel 2001. Proprio in quegli anni, all’inizio del 2003, forse anche ispirata alla serie di film, avviene uno dei più grandi colpi della storia, che in qualche modo coinvolge il Bresciano: il furto al World Diamond Center di Anversa.

l World Diamond Center, uno degli edifici più sicuri al mondo, conteneva centinaia di milioni di dollari di diamanti nel caveau. Situato nel cuore dell'ultra-sorvegliato distretto dei diamanti di Anversa, in Belgio, beneficiava di due stazioni di polizia, pattuglie armate, un'ampia video sorveglianza e barriere per veicoli. Qui venivano scambiati l'80% dei diamanti del mondo.

La notte di San Valentino una banda di abili ladri italiani appartenenti alla «Scuola di Torino», capeggiata dall'affascinante Leonardo Notarbartolo, che ha trascorso più di due anni a perquisire clandestinamente l'edificio, ha sovvertito tutte le difese del Diamond Center e si è impossessata di una quantità record di bottino. Gli esperti stimano che siano riusciti a cavarsela con quasi mezzo miliardo di dollari in diamanti, contanti e altri oggetti di valore. Avevano messo a segno il più grande colpo della storia.

Per realizzare il colpo Notarbartolo, dotato di chiare doti attoriali, dal 2000 si finge un commerciante di diamanti torinese e riesce ad affittare un ufficio nel World Diamond Centre potendo così accedere liberamente all’edificio. Grazie a una videocamera nascosta in una penna riesce a filmare più volte da vicino il sotterraneo dove aveva una cassetta di sicurezza. All’interno di un magazzino ne riproduce una copia esatta che gli permette di esercitarsi con i suoi soci. Nel colpo utilizzano teli di poliestere per schermare i sensori di calore, e realizzano duplicati delle chiavi ricavandoli dai video, nello stesso modo ricavano la combinazione. I ladri conoscono perfettamente il caveau grazie alla pratica fatta con la riproduzione, si muovono quindi completamente al buio.

Manomettono cablaggi e utilizzano trapani speciali; 36 ore dopo il furto i malviventi, incredibile ma vero, si riuniscono in un bar di Adro dove dovrebbero incontrare un mercante per la vendita dei diamanti. Aspettano bevendo caffè e poi birra fino alla chiusura, ma il mercante non si presenta, la banda si separa nell’oscurità della notte. A causa di alcuni rifiuti gettati in una piazzola di sosta dell’autostrada la polizia risale ai responsabili e li arresta in pochi giorni. Di gran parte dei diamanti, però, non è stata mai trovata traccia.

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