Il vertice: Sud America frontiera per l’Italia

Le stesse esigenze di lotta alla povertà e alle disuguaglianze evidenziate, in vista del vertice di Bruxelles, dall’associazionismo internazionale, sia laico che religioso, a cominciare dalla Caritas Europa e Caritas ALC (America Latina e Caraibi). C’è un’ombra però che aleggia pesantemente sul vertice, rappresentata dallo stallo dei negoziati UE-MERCOSUR (Mercato Comune del sud America) per un accordo di libero scambio, dovuto soprattutto alla posizione di due giganti dell’America Latina fondatori dello stesso Mercosur, quali il Brasile (che sta per assumerne la presidenza di turno) e l'Argentina, quest'ultima membro anche del Celac, mentre il Brasile vi è rientrato quest'anno, proprio al vertice conclusivo della presidenza dell'Argentina, dopo esserne uscito nel 2020 (durante la presidenza Bolsonaro). In particolare il presidente argentino, Alberto Fernández, in piena sintonia con il collega brasiliano Lula da Silva, ha criticato l’eccessiva importanza attribuita dagli europei agli aspetti ambientali a discapito della dimensione economica e sociale dello sviluppo sostenibile, per la parte che prevede il blocco delle importazioni in Europa di vari prodotti latino-americani dell’agricoltura e dell’allevamento per disincentivare i disboscamenti illegali e il degrado del territorio. Una rigidità percepita dai paesi sudamericani come un diktat inaccettabile che li relega al ruolo di fornitori di materie prime, ma che secondo me può essere superata da negoziatori competenti, flessibili e soprattutto sensibili alle esigenze degli altri (che poi è il segreto del multilateralismo). La palla adesso è soprattutto nel campo dell'Europa e non è casuale che il vertice si tenga durante il semestre di presidenza UE della Spagna, che però si presenta con il governo Sánchez fortemente indebolito dai pessimi risultati elettorali e dalle imminenti elezioni politiche. Ecco che l’Italia potrebbe e, secondo me, dovrebbe capitalizzare la visita del presidente Mattarella e svolgere un ruolo di primo piano nel vertice, ruolo del resto ampiamente giustificato dalla presenza in America Latina di cittadini di origine italiana: solo tra Brasile ed Argentina parliamo di più di 50 milioni di persone, quasi un'altra Italia fuori dai confini nazionali, oltre Atlantico. Dimenticarlo sarebbe un errore imperdonabile!

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