La cultura: un patrimonio di crescita

di Elisa Lavanga

Egregio direttore, la cultura è un patrimonio di crescita che abbraccia l’intero scibile umano e il cui valore è incalcolabile: pensiamo a Ungaretti e all’ermetismo. Egli ci mostra un nuovo modo di fare poesia, fa leva sulla musicalità e essenzialità della parola. Gli ermetici si pongono come obiettivo di restituire novità al verso, riportandolo a una dimensione essenziale, scabra. La parola poetica torna così a essere specchio della realtà. Gli ermetici, facendo tesoro delle lezioni dei grandi vogliono restituire alla parola poetica la pregnanza semantica. Per Giuseppe Ungaretti la poesia è un mezzo per fare luce sulla verità, per dare una risposta alle grandi domande della vita. La sua arte si è evoluta molto nel corso degli anni. I suoi componimenti all’inizio sono brevissimi, di poche parole essenziali. Alcune poesie del primo ermetismo, come Notte di Maggio, Tramonto, Stasera, sembrano richiamare lo stile haiku. Lo haiku ha in qualche modo plasmato la poesia italiana. Lo haiku, un componimento tipico della tradizione giapponese, da anni affascina la lirica occidentale. Questa forma d’arte compare in Italia sul finire dell’800 e l’inizio del ’900, quando insieme al resto d’Europa, la nazione mostrerà un certo interesse per la cultura orientale. Elisa Lavanga

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