Le Aole devono poter continuare a nuotare

Gentile direttore, è strano... durante un periodo così difficile, con la socialità limitata per senso di responsabilità, mi sono fatto dei nuovi amici. Nicola, il «capitano», kaji, Gaetano, Caterina, Luca, Daniel, Davide, Jakson, Alex, Nicolò il più piccolo e tanti, ma tanti altri. Questi sono i ragazzi che ogni sabato, e non solo, vengono a Ccibo per tutti Carmine a dare una mano. Sono parte della nostra comunità, danno tanto sia cucinando che preparando i pacchi o distribuendoli. Tutti assieme ognuno a modo suo. Ecco l'esempio di come potrebbe e dovrebbe essere la società. I nuovi amici sono i grandi dell’associazione Le Aole che come i pesciolini assieme fan grandi cose tra cui una squadra di nuoto con successi che vanno al di là dello sport. In Loggia una delle mamme mi ha commosso raccontandomi che suo figlio ora si cambia da solo, è stato una settimana via a dormire facendo attività in acqua (ma anche la spesa, cucinato, etc.) legante di tanti percorsi individuali e collettivi per l’autonomia. Ha detto: io qui vivo nella pratica quello che si dice «il dopo di noi». Una mamma che dopo 15 anni di vita del figlio vede un futuro per quando, come dovrebbe essere, una persona seppellirà i propri genitori per proseguire la vita che fanno tutti. Questo percorso è tortuoso, porta fatica e tante gioie. Ho saputo che ora questo percorso è messo a rischio dalla chiusura degli spazi acqua per le terapie individuali nelle piscine di proprietà comunale. Già da più di un anno questi spazi sono negati per cavilli burocratici che non voglio nemmeno indagare, ma sono venuti fuori tutti ieri in piazza Loggia. Mia figlia tredicenne, che come me è diventata amica di molte Aole, ha detto che in piscina a Mompiano non ci andrà finché non potrà vedere che il nuoto sia per tutti, ma soprattutto per i più fragili che, se li conosci, poi capisci quanto son forti e l’abbiamo visto ogni sabato in cui hanno sudato con noi, o con il progetto dell’Agriaole, dove in un paio di mesi, sotto il solleone, hanno raccolto presso HumanGarden quasi 1.000 kg di mirtilli e dove in futuro porteranno avanti tanti progetti legati al cibo buono, pulito e giusto veramente per tutti. Io da babbo un po’ son dispiaciuto perché un anno e mezzo senza attività fisica lascia il segno, soprattutto a quell’età, ma sono anche orgoglioso perché per gli amici si fanno dei sacrifici, e le Aole meritano tanto, come i loro genitori hanno diritto di continuare i percorsi sull’autonomia che hanno nell’acqua un mezzo formidabile, ma non l'unico. Spero che a settembre mia figlia possa tornare a nuotare e che nella piscina pubblica possano con lei nuotare le Aole, un insieme veramente speciale. Arch. Nicola Vitale

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