Le emergenze: i disastri e la sicurezza di un Paese

Ciò che risulta inconcepibile ora e subito è che una sedicenne, Chiara Rossetti, possa morire per un albero caduto sulla tenda in cui si trovava nel campo scout di Corteno Golgi nel Bresciano. Che quattro province del Veneto, e specie nel veronese, registrino decine di feriti per venti fortissimi e grandinate. Che una Regione-locomotiva come la Lombardia debba chiedere lo stato di emergenza a causa dei «fenomeni estremi». Ma l’allerta arancione e il grande impegno testimoniato dalla Protezione civile dovrebbero essere l’atto conclusivo, e non iniziale, di un lungo e strutturale percorso istituzionale e politico che metta l’Italia, se non al riparo dai violenti avvertimenti che il clima ci manda persino d’estate, almeno nella migliore possibilità di difendersi. Evitare i temporali è impossibile, ma evitare i suoi danni è doveroso per un Paese che proprio ai piani, e in particolare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, affida il suo destino.

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