Le parole e la felicità di un attimo

di Renzo Cominassi

Egregio direttore, ho provato a scrivere ma nulla. Sembrava che le parole all’improvviso interrompessero il loro percorso magico. Come se avessero incontrato un ostacolo e si fossero perse nell’invisibile sentiero dell’anima. La penna rimaneva sospesa tra le dita e il foglio per qualche eterno secondo, poi si arrendeva all’evidenza. Parole dimenticate, forse offese, forse troppo abusate, reclamavano un po’ di silenzio. C’è voluto un sogno a svelarne il segreto. I soliti quattro amici spensierati, folli, pronti a partire per la loro prima vacanza. Qualcosa di strano c’era, il vagone del treno fermo abbandonato sulle rotaie. Noi quattro non più giovani, non più spensierati, taciturni. Finalmente uno di loro cominciò a parlare, anch’io avrei voluto ma le parole si rifiutarono di uscire. Abbassai lo sguardo, mi arresi. Si accorsero del mio scoramento, mi passarono un biglietto con scritto Scrivi! Presi un foglio e una penna, le parole cominciarono a svelare la loro magia. Alzai lo sguardo soddisfatto, la mia felicità durò un attimo. L’immagine dei tre amici stava evaporando, rimasi solo nella carrozza del treno, solo con le mie parole. Renzo Cominassi Iseo

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