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Luigi Gussalli, dalla terra alla luna: tutto nacque in un garage in riva al Garza

di Marco Tiraboschi
E' stato con Oberth, Goddard e Von Braun uno dei padri dei voli spaziali. Nato nel 1885, frequentò il liceo Arnaldo, poi la facoltà di Ingegneria a Parma e il Politecnico a Liegi
Un'illustrazione tratta da "Viaggi interplanetari per mezzo delle radiazioni solari" di Gussalli
Un'illustrazione tratta da "Viaggi interplanetari per mezzo delle radiazioni solari" di Gussalli
Un'illustrazione tratta da "Viaggi interplanetari per mezzo delle radiazioni solari" di Gussalli
Un'illustrazione tratta da "Viaggi interplanetari per mezzo delle radiazioni solari" di Gussalli

Nel 1902 il genio di Georges Méliés porta sui primi argentati schermi cinematografici il film «Voyage dans la lune», un primo magico allunaggio che sancisce il successo di questa nuova arte a livello mondiale. Da allora l'idea che l'uomo possa lasciare il proprio «mondo», ormai apparentemente senza segreti, per scoprirne di nuovi, diventa una fantasia popolare. Il viaggio «oltre i confini» è un divenire che arriva fino all'ottimismo della «space age» che immaginava l'uomo, di lì a pochi decenni, scorrazzare liberamente tra i pianeti, sempre più lontano verso stelle e galassie. La specie dominante sulla terra avrebbe presto conquistato lo spazio. Non è stato così: ad oggi la tecnologia umana ci ha permesso di vedere parecchio lontano ma, fisicamente, per ora, siamo stati «solo» attorno alla terra e sul nostro satellite.

All'inizio del secolo scorso, a Brescia, in un garage in riva al fiume Garza, lavorava un giovane ingegnere la cui fantasia era certamente stata accesa dal film di Méliès: si chiamava Luigi Gussalli ed è stato uno dei padri, insieme a Oberth, Goddard e Von Braun dei voli spaziali. Forse ispirato anche dalla lettura dei romanzi «Dalla terra alla Luna» di Jules Verne o «I primi uomini sulla Luna» di H.G.Welles, Gussalli sognava il volo e lo spazio.

Nato nel 1885, proveniente da una famiglia benestante, frequenta il Liceo Arnaldo, poi la Facoltà di ingegneria a Parma poi il Politecnico a Liegi. Mente vivace e creativa, inventore prolifico, progetta e realizza, tra l'altro, l'ippomobile, una veloce macchina azionata da cavalli, poi uno speciale visore stereoscopico che permetteva «visioni fantastiche» e un dirigibile stratosferico. Nel 1912 costruisce un apparecchio con un motore a doppia reazione di sua ideazione che precede tutte le tecnologie di questo tipo. La passione per lo spazio lo porta a pubblicare nel 1924 un libro assolutamente proiettato nel futuro che si intitola «Si può già tentare un viaggio dalla terra alla Luna?», dove teorizza di portare i primi uomini sulla luna e fare ritorno, utilizzando un razzo multistadio.

L'opera suscita l'entusiasmo del poeta futurista Tommaso Marinetti, che vede in Gussalli il futuro. La sua vita sarà da allora completamente dedicata ai viaggi spaziali, una ricerca frenetica che lo porta a teorizzare meteore artificiali, nuovi tipi di propulsione e, nel 1946, nel suo libro «I viaggi interplanetari per mezzo delle radiazioni solari», astronavi capaci di coprire grandi distanze grazie al «vento solare», una teoria ancora valida e che sembra rappresenti il futuro dell'astronautica.

Gussalli è stato uno dei grandi dimenticati della scienza, in patria non mai stato preso veramente sul serio, mentre negli Stati Uniti c'era chi lo voleva promettendo totale appoggio. In tempi recenti è stato riscoperto e gli è stato dedicato un congresso dell'International Astronautics Federation. Il suo viaggio nell'esplorazione dello spazio è terminato il 22 giugno 1950, all'alba dell' «era spaziale» e del delirio degli avvistamenti U.F.O. Uno dei suoi ultimi interventi è stato proprio sul fenomeno dei «dischi volanti» che sosteneva fossero in realtà aggregati di pulviscolo sfumati ai bordi, determinati da fenomeni naturali. Si può affermare che l'inesauribile forza ideatrice di Gussalli ha contribuito a portarci sulla luna e che, forse, in futuro, ci porterà molto più lontano.

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