Ora serve una multa per spacciatori e consumatori

Egregio direttore, come è a tutti ben noto dalle notizie di cronaca, i danni prodotti dalle droghe hanno un impatto devastante sulla società. Nessun rimedio efficace è stato, non dico preso, ma neppure ipotizzato a livello legislativo. Lo spaccio delle droghe è classificato come «microcriminalità», al punto che per gli spacciatori le porte del carcere sono porte girevoli, nel senso che non fanno in tempo a entrarvi che già ne sono usciti, per poter continuare con il minimo disturbo a svolgere la loro importante funzione sociale. A tale «microcriminalità» si possono, direttamente o indirettamente, ricondurre furti, stupri, omicidi stradali e quant’altro. Ogni tanto viene sequestrata qualche tonnellata di droga qua e là e i telegiornali diligentemente ci informano che il quantitativo intercettato avrebbe fruttato la cifra tale o talaltra. Ognuna di queste notizie rallegra i telespettatori, che si fregano le mani in attesa di avere quanto prima una notizia dello stesso tipo, che magari riguardi il sequestro di un quantitativo ancora maggiore. Tutto ciò rappresenta quella che viene percepita come la normalità. Dovrei mettermi quindi il cuore in pace e adeguarmi allo status quo. Invece, essendo evidentemente per natura un bastian contrario, io non capisco e non mi adeguo. Diversi fanno uso di droghe. Quelle «leggere», però, il cui effetto scientificamente ben accertato è solo quello di distruggere i neuroni. Può essere che a costoro i neuroni non servano più di tanto: in ogni caso anch’essi, nel loro piccolo, contribuiscono ad alimentare un mercato che frutta guadagni interessanti. In base alla regola del «piatto ricco, mi ci ficco», questo tipo di attività, che comporta rischi pressoché inesistenti e assicura buoni frutti a chi la esercita, attira molto e, come si suol dire in «buon italiano», è assai «trendy», molto di moda cioè. Per non divagare troppo e venire al sodo, che soluzione propongo? Premesso che il posto in galera non c’è per tutti gli spacciatori e che costruire un numero adeguato di nuove carceri non ce lo possiamo permettere, perché i fondi a disposizione semplicemente non ci sono, vediamo di frenare il mercato con minore spesa, anzi con qualche introito, che di questi tempi non guasta. Cominciamo a «tassare» il consumo per legge. Quando il consumatore viene colto in possesso di un quantitativo cosiddetto «per uso personale», paghi una multa. Non una multa qualsiasi, però, ma una bella multa, ovvero una multa assai salata. In caso di reiterazione, si rincari la dose. Ciò può contribuire a far cambiare abitudini. Questo tipo di sanzione, oltre a quello dissuasivo, ha anche un effetto concreto sulle finanze del consumatore, inducendolo a una maggiore oculatezza nell’acquisto di droghe. Lo stesso tipo di sanzione, oltre a quella penale, riserverei anche agli spacciatori piccoli e grandi, ovviamente proporzionata al ruolo svolto nella catena di distribuzione. Sono fiducioso che quest’ultima si possa ostacolare, e perfino bloccare, riducendo il mercato. Come tutti sappiamo, se la domanda si riduce, anche l’offerta alla fine si deve adeguare. Invito pertanto i parlamentari ad approvare una legge che sanzioni i consumatori. Senza domanda, per la ben nota legge del mercato, i distributori e i produttori dovranno cambiare attività. Che la loro merce se la consumino loro. Omar Valentini Salò

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