Perchè non c’è per gli italiani incarcerati all’estero?

Egregio direttore, giusto o sbagliato, probabilmente giusto. Molti si sono messi in pista per la liberazione di Patrick Zaki, tutti senza tener conto del colore politico. Ma si sono mossi per far liberare un cittadino egiziano che studiava e si è laureato all’università di Bologna. Perché tutto questo non accade per i circa duemila cittadini italiani incarcerati all’estero? Non dico che tutti debbano essere graziati ma che per lo meno riescano a scontare la pena in Italia. Persone di serie A come Zaki e cittadini italiani di serie B. L’esempio più eclatante è quello di Enrico Forti, cittadino italiano detenuto da 22 anni in carcere negli Stati Uniti, condannato all'ergastolo, che non ha chiesto la grazia ma ha chiesto di scontare la sua pena in Italia. Tanti ministri si sono esposti per far sì che la sua pena venga scontata in Italia ma ancora non è successo. Fortunatamente, se così si può dire, è detenuto negli Stati Uniti paese «civile». Dei circa duemila cittadini italiani detenuti all’estero gran parte si trova in Europa di conseguenza in Paesi civili, altri, circa 500, sono in carcere in paesi dove le libertà personali, il sovraffollamento e le cure mediche basilari sono negate. Perché per qualcuno si sono mossi in tanti e per altri non si muove tutta l’opinione pubblica che si è mossa per Patrick Zaki. Chi sono gli altri detenuti italiani, di serie B? Marco Morandi Vobarno

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