Piero Manenti il cantore degli «ultimi»

di Maurizio Zanini

Egregio direttore, all’ultimo saluto di Piero Manenti durante la celebrazione funebre ho scorso fotogrammi, siamo entrambi amanti della fotografia e quindi ci capiamo, della nostra amicizia. Piero per me, prima di tutto, eri il cantore degli «ultimi» del Carmine, persone che tu hai sempre avvicinato con grande rispetto, le tue foto parlano della loro umanità, mai sono state invadenti. Tu eri anche la persona sempre disponibile, per il Cinefotoclub, anche quando, un tempo, ti veniva richiesta più la tua capacità manuale che quella di fotografo, trascurando invece la tua grande sensibilità nel cogliere la città e le persone. Bene hanno fatto gli odierni amministratori del Club a riconoscerti, recentemente, entrambe le capacità: ottimo fotografo e persona sempre attiva e disponibile. Ricordo ancora i tuoi consigli sempre propositivi, mai a stroncare al contrario di altri, dati a me, a Giamba, a Giorgio, a Sandro ad Armando. Eri anche il grande artigiano, falegname, che sempre trovava la soluzione ai problemi che ti ponevo. E ricordo anche quando venisti a consolarmi, per la perdita di una persona cara, ma poi mi dicesti che dovevi correre a casa perché tua mamma ti avrebbe sgridato se arrivavi al pranzo domenicale in ritardo; anche in quell’occasione mettesti davanti il rispetto per le persone, anche se poi eri tu che dovevi correre. Altri ricordi scorrono come quando mi invitavi dicendo «n’dom a beer nà olta», oppure quando mi chiamavi per nome, come faceva mio nonno, con quella zeta che si incrociava con la esse, tipica di chi è cresciuto nella bassa. Che la terra ti sia lieve e da lassù insieme all’altro Piero, il Gerelli, e a Giuseppe Pellegrini non brontolate troppo quando vedrete le mie fotografie, con affetto ed amicizia Maurizio. Maurizio Zanini

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