Egregio direttore, mi permetto di scrivere al fine di evidenziare come il concetto d’inclusione nei confronti dei disabili sia solamente un concetto astratto. Non sto qui a elencare tutte le situazioni che ci penalizzano e che sono ampiamente conosciute, con questo mio scritto vorrei porre l’attenzione sull’aspetto ludico della nostra vita, alla difficoltà di trovare spiagge attrezzate per disabili o trovare un’area pic-nic adeguatamente supportata da pedane o bagni. L’estate, oltre al tempo per mare o montagna è anche tempo di concerti (anche l’inverno) e per noi è veramente difficile trovare, non solo il posto, ma anche il biglietto. Già la sola prenotazione, che avviene tramite società organizzative del settore, è impossibile in quanto queste realtà, oltre a rendere disponibile un modulo non comunicano il numero di biglietti disponibili e nemmeno la postazione dove saremo ubicati. Alcune società rimandano le informazioni ad altri tempi o ad altre occasioni, ma quando si riesce a trovare dei biglietti, dove saremo relegati? In posti la cui visibilità è oltremodo scarsa se non nulla mentre sarebbe preferibile una zona sotto il palco per aver accesso alle stesse vie di fuga degli artisti. Qui non mi rimane che sottolineare: vedere per credere. Non voglio avanzare la pretesa che ai disabili tutto sia dovuto, quali biglietto gratis, poltrona in prima fila e autografo dell’artista, ma una maggiore attenzione e una maggiore cura, un Paese che si ritiene all’avanguardia e inclusivo dovrebbe porla. In qualsiasi ambiente si vada, non è sufficiente un bagno per disabili per ritenersi inclusivi e di lavoro per migliorare bisogna farne tanto. Clara Verzeletti Rodengo Saiano