Quanta strada per un Paese normale

di Antonio Bovenzi

Egregio direttore, credo che il nostro sia l'unico Paese in cui i progressi della tecnologia non vengono applicati a beneficio dei cittadini. Consideriamo, per semplicità, le multe per infrazioni al Codice stradale che vengono notificate ancora per via postale. Tale modalità esecutiva presenta notevoli inconvenienti quali il mancato ritiro e la conseguente compiuta giacenza che autorizza l'organo che ha emesso l'atto ad applicare un considerevole aumento (raddoppio) della sanzione. Inoltre, nelle multe c'è un ulteriore balzello di 20 euro per spese di accertamento e notifica dell'atto. Le spese di accertamento sono dovute al Pubblico Registro Automobilistico che non fa altro che inserire la targa dell'autovettura in un computer per identificare il proprietario del mezzo (e viene lautamente pagato per questo dal trasgressore). In nessun Paese (Svizzera, Austria, Germania, Spagna) esiste tale balzello. Tutti questi inconvenienti e spese inutili potrebbero essere evitati obbligando i proprietari di autovetture a fornire un indirizzo PEC all'atto dell'immatricolazione e al cambio di proprietà del mezzo. È pur vero che una legge del febbraio 2018 obbliga le forze di polizia a inviare le multe via PEC, però a queste è demandato il compito di recuperare l'indirizzo PEC dai pubblici registri (operazione praticamente impossibile vista anche la carenza di personale). In altri Paesi con l'invio via PEC la contestazione di una infrazione avviene in tempo reale o quasi in tempo reale (multe rilevate da apparecchi automatici). Quanta strada dobbiamo percorrere per diventare un Paese normale. Antonio Bovenzi

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