Quella lezione di tanti anni fa che ancora ben ricordo

Gentile direttore, la cultura della prevenzione ci guida a un nuovo rapporto, consapevole e responsabile, nei confronti della natura-territorio e degli altri esseri umani. Non è giusto, ripeto, non è giusto questo fato infame, che si porta via la nostra migliore gioventù! Dunque, l’invito è a non lasciarsi rinchiudere dal turbamento, ma ad attraversarlo con i campi scout, i campi alpini e della Protezione civile con tutto il volontariato per difenderci dal maltempo killer. Sono profondamente vicino al gruppo scout Como 3 dell'Agesci. Ed è quanto alimenta il loro impegno quotidiano. Anche quando si tratta di porre mano con decisione e tempestività alla grande questione della cultura della sicurezza-prevenzione. Ci sono tanti ricordi belli di quegli anni, ma un ricordo bello che voglio raccontare risale a un campo estivo, non ricordo la località precisa, ma ovviamente eravamo in montagna, dovevamo preparare la nostra zona del campo. Il mio capo squadriglia e il mio vice volevano montare la tenda al suolo (mi ricordo che forse era il mio primo campo estivo in reparto, l’esperienza da Lupetto), per me era inaccettabile volevo fare a tutti i costi una sopra-elevata anche se era più faticoso e stancante rispetto a montare la tenda a terra. Padre Antonio Izmindy, della Compagnia della Pace, Oratorio, Padri Filippini, mi prese per un orecchio e davanti al gruppo mi fece una lezione come si deve per allestire una tenda e l’intero campo lontano il più possibile dai pericoli. Ma soprattutto mi fece capire, che era troppo pericoloso collocarsi in sopra-elevata nel bosco, per il pericolo dei temporali, fulmini e venti... Ancora oggi l’orecchio mi duole... La morte di chi ci è caro, come Chiara, è anche un po’ la nostra morte, perché con lei se ne va un pezzo della nostra vita. Sentite condoglianze alla famiglia. Celso Vassalini Brescia

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