Va praticata una politica con il coraggio dello sguardo

Gentile direttore, 289 bambini morti nel mediterraneo sulla rotta per l’Italia (dati Unicef), 438 bambini morti e 674 feriti nella guerra in Ucraina (dati OHCHR febbraio 2023). Più di 700 bambini morti o feriti in Afghanistan nel 2022 (dati agenzia ONU) per esplosione di mine e altri ordigni. Un bambino ucciso dalla sua mamma a Voghera. Storie di povertà e di guerra, di sofferenza e di fragilità. Non è la «follia», della persona o delle guerre, che tutto spiega e tranquillizza: perché noi siamo «sani», noi non siamo in guerra, abbiamo un lavoro, capiamo quello che ci accade, perché non siamo nati dall’altra parte del Mediterraneo. Nella malattia della solitudine, che riguarda tante donne madri, i migranti, i popoli in terre di guerre, il vuoto che spaventa, lo diceva Basaglia, non è il vuoto dentro, ma il vuoto fuori: nella comunità, nella famiglia, nei servizi che dovrebbero accoglierci e proteggerci. Quello che manca, quello che davvero manca è lo sguardo che si accorge dell’altro e gli restituisce esistenza, lo sguardo di tanti volontari e operatori di pace, come quelli di Mediterranea, in questi giorni a Leopoli, ma sono gocce, meglio armonie, nel silenzio assordante. Le persone fragili, prima che si verifichi la tragedia, penso alla madre di Voghera, ma non solo, penso alle donne e agli uomini che salgono sui gommoni coi loro bambini, alle donne e agli uomini che vivono la guerra coi loro bambini, attraversano momenti di crisi, di ripensamento, di voglia di fuggire. Questi sono i momenti in cui intervenire, come servizi di soccorso e accoglienza, come servizi sanitari, sociali, psicologici, come gesti di politica di pace. Un giudizio moralistico, inevitabilmente superficiale, o ideologico acceca, impedisce di comprendere la realtà, rende impossibile l’avere cura. Va ricostruita una comunità che riprenda in mano la grazia del prendersi cura, vanno sostenuti servizi che la traducano in gesti concreti di protezione (consultori, Cps, Centri di accoglienza), va praticata una politica che abbia il coraggio dello sguardo. Donatella Albini Responsabile sanità regionale Sinistra italiana

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