regionali 2023

Regionali, la Lombardia resta al centrodestra. L'analisi del voto

Il presidente di Regione Lombardia festeggia davanti al Pirellone il risultato delle elezioni Ansa

Attilio Fontana con oltre il 54,67 per cento dei consensi resta alla presidenza della Regione con il sostegno di cinque formazioni, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, la civica del presidente e Noi Moderati di Vittorio Sgarbi. Il centrosinistra guidato da Piefrancesco Majorino, al 33,93 per cento, grazie ad una alleanza formata da Pd, Verdi-Sinistra Italiana, 5Stelle e la civica del candidato presidente, sarà l’opposizione più forte. In terza posizione si colloca Letizia Moratti (non entrerà in Consiglio) sostenuta da Calenda-Renzi e dalla lista dell’ex assessore alla Sanità della Lombardia con il 9,87%. Infine Mara Ghidorzi di Unione Popolare ferma a poco più dell’1,5 per cento che non supera la soglia di sbarramento. Previsioni rispettate, ma con un livello di astensione che nemmeno il più pessimista degli analisti avrebbe mai pensato di leggere.

Alto il livello di astensione alle regionali

In Lombardia hanno votato meno di 4 elettori su dieci, fermando la percentuale dei votanti sul 41,6. Un crollo verticale se si pensa che nel 2018 si recò alle urne il 73 per cento degli aventi diritto, quando peraltro si votava nella sola giornata di domenica. Quest’anno il governo ha deciso di ripristinate la mezza giornata elettorale proprio nel tentativo di contenere un’astensione che alle politiche di settembre aveva contagiato un terzo degli elettori.

Dal risultato della Lombardia esce un quadro politico articolato su tre schieramenti

Il centrodestra a trazione Fratelli d’Italia, il centrosinistra che studia un’alleanza organica con i 5Stelle, operazione destinata a diventare la protagonista del dibattito politico interno al Pd, ed il terzo polo di Calenda-Renzi che non ha tratto alcun beneficio dal sostegno a Letizia Moratti, restando anche sotto al risultato conseguito nella elezioni politiche del settembre scorso.

Il centrodestra ovviamente saluta con soddisfazione un successo netto, di ampia dimensione che, come cinque anni fa quando il rivale di Fontana era Giorgio Gori, è maturato con la stessa formazione. Con una modifica tuttavia dei rapporti di forza all’interno dell’alleanza. Fratelli d’Italia già nel settembre scorso alle elezioni politiche nei collegi del Senato lombardo aveva quasi raddoppiato i voti rispetto alla Lega, con Forza Italia che si era fermata al 7,9 per cento. L’appuntamento per il rinnovo del consiglio regionale ha confermato l’onda lunga, gli elettori di centrodestra anche per la Lombardia hanno preferito il partito della Meloni alla Lega di Salvini. Il quadro opposto rispetto a cinque anni fa quando invece i leghisti si aggiudicarono un terzo dei voti dell’alleanza di centrodestra; in quell’occasione Fratelli d’Italia aveva dovuto accontentarsi di un modestissimo 3,6 per cento, dietro anche a Forza Italia.

Fratelli d'Italia, numeri di leadership 

I risultati di ieri ridisegnano gli equilibri nella Regione locomotiva d’Italia assegnando al partito della Meloni la leadership, mentre la Lega scende al 17 per cento, robusto calo di Forza Italia, buono il risultato della civica di Fontana. Il centrodestra conferma comunque la fedeltà dei suoi elettori allo schieramento, perimetro all’interno del quale però sono pronti a cambiare scelta. I

l centrosinistra sperimenta in Lombardia l’asse con i 5Stelle. Il Pd cresce sia rispetto al settembre scorso che al 2018 mentre il movimento di Conte è in flessione nel confronto con le politiche di settembre; peggio il raffronto con il 2018 quando aveva raccolto il 17,8 dei consensi.

Nell'astensione, Brescia è comunque la provincia che ha votato di più 

Se si passa al voto nel Bresciano, la provincia che più ha votato con il 45,3 contro il dato regionale del 41,6, il centrodestra supera abbondantemente la soglia del 60 per cento, ma vede un riequilibrio dei rapporti di forza al suo interno, tra Fratelli d’Italia e Lega, i primi con un vantaggio minore rispetto al dato regionale, 26,47 contro 20,82 per cento a 3/4 dello scrutinio. Il Pd segna una ripresa collocandosi intorno al 21 per cento rispetto al 19 delle politiche. In caduta libera i 5Stelle che perdono per strada rispetto al voto del 2018 oltre dieci punti percentuali, al 2,85 per cento.

È invece un risultato molto inferiore alle attese quello conseguito dalla Moratti-Terzo Polo anche perchè a Brescia tra non più di tre mesi si tornerà alle urne per l’elezione del sindaco di Brescia e gli schieramenti presentano ancora dei margini di incertezza. Si tratta di capire se e in quale modo questi risultati si riverseranno sulle manovre per la Loggia.

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