Neri Pozza, con la propria storia che vive ancora nelle parole scritte dal suo fondatore, con la sua origine veneta, con la recente prestigiosissima vittoria del Premio Strega, è davvero un orgoglio per il nostro territorio e per il nostro paese. Un gioiello che si è distinto nel panorama dell’editoria italiana per la capacità di scovare meravigliose perle grezze, lavorando per dare il giusto valore a scrittori, italiani e stranieri, che altrimenti avrebbero rischiato di passare inosservati. Un’indole che ha origini lontane - basti pensare che fu Neri Pozza a dare il “la” alla carriera di un altro illustre vicentino, Goffredo Parise – e che prosegue oggi con il Premio Neri Pozza, dedicato proprio agli inediti, allo scopo di riuscire a pubblicare e a portare in libreria il nuovo, l’inesplorato. Quest’anno, oltre che come presidente di Neri Pozza, per la prima volta festeggerò il compleanno dell’editrice anche come Presidente di Confindustria Vicenza e questa doppia veste credo possa essere significativa del rapporto che la cultura debba avere con il nostro territorio. Non tanto perché gli Industriali vicentini, assieme ai colleghi veronesi e agli altri soci, hanno voluto fortemente entrare nella proprietà di Neri Pozza, supportandola, proseguendone la storia e mantenendola ancorata al Vicentino. Ma soprattutto perché ritengo che la nostra provincia super-manifatturiera debba investire in cultura, debba nutrirsi di idee, stimoli, novità, provocazioni. Per restare vivi e diventare poli attrattivo per i giovani, i territori non possono che cercare tutto questo nella letteratura e nelle arti. Le comunità (e anche le imprese, che sono delle comunità di persone) si nutrono di idee, prosperano grazie ai cervelli. La stessa manifattura, nonostante l’etimologia, non è solo “fare con le mani”. Non lo è mai stato, neanche alle sue origini, tantomeno lo è ora. Manifattura è ingegno, pensiero e intraprendenza, che poi trovano concretezza con l’arte e l’intelligenza delle mani. Ecco perché Neri Pozza, 75 anni dopo e, conto, anche tra altri 75 anni, è e deve continuare ad essere una bussola che ci teniamo stretta e vicina per poter vedere e andare lontano.