La Fiera di Orzinuovi
«bonsai» mette in
vetrina solo speranze

di Riccardo Caffi
Anche nel 1951 la fiera fu sostituita da due grandi eventi di lirica
Anche nel 1951 la fiera fu sostituita da due grandi eventi di lirica
Anche nel 1951 la fiera fu sostituita da due grandi eventi di lirica
Anche nel 1951 la fiera fu sostituita da due grandi eventi di lirica

La cancellazione dell’edizione 2020 della Fiera di Orzinuovi è diventata un caso politico. «L’esecutivo ha compiuto la scelta in modo autonomo, esautorando l’aula da ogni confronto». Con queste parole, l’ex sindaco Ambrogio Paiardi, capogruppo della lista civica Orzinuovi CivicaveraMente, sollecita la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio comunale per affrontare ogni aspetto del post-epidemia da coronavirus. «Malgrado tutti i solleciti, sono mesi che gli amministratori non trovano modo di confrontarsi in modo ufficiale sulla situazione della pandemia e di valutare gli strumenti per la ripresa – incalza Paiardi -. Anche per quanto riguarda il sostegno alle famiglie, noi non siamo a conoscenza dei criteri adottati e di quante famiglie abbiano usufruito sia dei 70 milz euro erogati dallo Stato, né di quelli che la generosità degli orceani ha messo a disposizione. Le scelte in solitudine portano con sé grandi responsabilità e, nel momento del bisogno, sarebbe utile affidarsi all’istituzione non solo per condividere le scelte ma anche le conseguenze che esse comportano». LA GESTIONE dell’emergenza chiama in causa anche tradizionale appuntamento istituito dal Comune nel 1948 e che da allora, a fine agosto, in occasione della festa patronale di San Bartolomeo, mette in vetrina l'economia e la cultura della capitale della Bassa occidentale slitta, se tutto va bene, alla sagra dell'anno prossimo. Finora, in 72 anni di storia, la Fiera Mercato di San Bartolomeo, con il ricco programma di manifestazioni che coinvolgono agricoltura, allevamento, commercio, artigianato, eno-gastronomia, sport, nobilitate dalle iniziative di carattere artistico, musicale, teatrale, aveva saltato l'appuntamento con espositori e visitatori solo una volta, nel 1951, essendo stato deciso di renderlo biennale. La scelta fu subito accantonata anche perché la Fiera non era solo una vetrina dei prodotti locali ma era anche l'occasione per dibattiti e convegni sul mondo dell'agricoltura e zootecnia in continua trasformazione. Anche se l’accoppiata Fiera-sagra appare per molti versi superata, ogni anno la manifestazione muove 200 espositori e un flusso di presenze che galleggia oltre le 100 mila presenze. «La soppressione della rassegna appanna l'immagine di Orzinuovi come motore di economia e cultura, come vetrina delle categorie e del territorio, ma non incide sulle finanze del comune – tiene a precisare il sindaco Gianpietro Maffoni -. Le entrate vengono in gran parte dagli sponsor e servono a coprire le spese di organizzazione. A perderci sono piuttosto gli espositori e quelle attività che con la Fiera avevano il loro tornaconto». Anche se non ci saranno mostre e convegni, il comune e la partecipata Nuova Orceania, responsabile dell'organizzazione della manifestazione, si ripropongono di allestire per la fine di agosto, compatibilmente con le norme che saranno in vigore, qualche manifestazione utile a dare un segnale di speranza, un impulso alla ripresa e a mettere in luce l'importanza di Orzinuovi. QUALCOSA DI SIMILE a quanto avvenne nel 1951. Quell'anno non vi furono esposizioni di bestiame, macchinari agricoli e merci varie, ma due serate dedicate alla lirica allestite in agosto, al campo sportivo, La Tosca e La Traviata, con interpreti e tecnici di livello internazionale, che richiamarono a Orzinuovi un pubblico eccezionale. Dopo quella battuta d'arresto, la Fiera Mercato di San Bartolomeo si è sempre svolta regolarmente ogni anno, diventando una delle principali fiere bresciane. •

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