La Marzotto di Manerbio prenota una seconda vita

Una veduta aerea del lanificio Marzotto dismesso di Manerbio: il Comune ha varato un tavolo tecnico per programmare la riconversione del comparto
Una veduta aerea del lanificio Marzotto dismesso di Manerbio: il Comune ha varato un tavolo tecnico per programmare la riconversione del comparto
Una veduta aerea del lanificio Marzotto dismesso di Manerbio: il Comune ha varato un tavolo tecnico per programmare la riconversione del comparto
Una veduta aerea del lanificio Marzotto dismesso di Manerbio: il Comune ha varato un tavolo tecnico per programmare la riconversione del comparto

Il progetto di riconversione della Marzotto non è annullato, ma solo «congelato». Lo ha precisato la cordata di imprenditori proprietaria dell’imponente comparto industriale dismesso a Manerbio dal 2003. Per far ripartire la gestazione interrotta della seconda vita dello storico lanificio l’Amministrazione civica punta su benefit e fondi messi a disposizione dai bandi regionali della rigenerazione urbana. «La legge introduce di fatto misure di semplificazione ed incentivazione con l’obiettivo prioritario di recuperare il patrimonio edilizio esistente, ridurre il consumo di suolo e migliorare la qualità funzionale ambientale e paesaggistica dei territori e degli insediamenti, migliorando inoltre le condizioni socio economiche della popolazione - spiega il sindaco di Manerbio Samuele Alghisi -: la normativa sembra fatta su misura per la ex Marzotto». Per mettere a punto una strategia efficace per accedere a risorse e incentivi è stato varato un tavolo tecnico, «un gruppo di lavoro - annuncia il vicesindaco Giandomenico Preti - aperto a privati, rappresentanti delle proprietà e tecnici indicati». L’obiettivo è di valutare soluzioni tecnico-economiche-amministrative sostenibili che possano dare uno sviluppo concreto in base a valutazioni urbanistiche, ambientali, viabilistiche, con l’obiettivo di individuare possibili scenari per la riqualificazione di un sito strategico. Attraverso le opportunità offerte dai progetti di rigenerazione urbana c’è la possibilità di ricevere finanziamenti regionali. Inoltre è concessa la riduzione del contributo di costruzione fino al 50%, ed è possibile un incremento fino al 20% dei volumi e delle altezze. La Marzotto è in ostaggio di un degrado aggressivo. Riconvertirla non è dunque solo un’opportunità di rilancio del paese, ma anche una questione di sicurezza, aspetto prioritario nei criteri degli stanziamenti pubblici. Sullo sfondo si staglia un’incognita pressante: la bonifica dell’amianto dei vecchi capannoni e dei terreni impregnati di solventi. Sul fronte dei contenuti l’operazione non si scosterà dalla filosofia della prima stesura di progetto, ispirato allo spirito imprenditoriale «illuminato» del fondatore del lanificio. A partire dalla rinuncia alla grande distribuzione, per privilegiare negozi di qualità capaci di valorizzare le peculiarità del commercio locale e bloccare l’esodo dei residenti verso i «templi» dello shopping della città. La rinascita della Marzotto darà cittadinanza anche all’edilizia a sfondo sociale, calibrata alle reali necessità della comunità e in sintonia con il contesto urbanistico.•.

Suggerimenti