Aritmia,
riconoscerla
prima che sia tardi

di Lisa Cesco
L’holter garantisce lo studio continuo dell’attività cardiaca
L’holter garantisce lo studio continuo dell’attività cardiaca
L’holter garantisce lo studio continuo dell’attività cardiaca
L’holter garantisce lo studio continuo dell’attività cardiaca

Quando il cuore perde il ritmo, non sempre si è consapevoli di ciò che sta accadendo. Le aritmie, e in particolare la fibrillazione atriale - la forma più diffusa nella popolazione over 60 - possono farci visita per lungo tempo prima che ci si accorga del problema. E il riconoscimento avviene spesso con la modalità meno auspicabile, ovvero il ricovero in ospedale quando emergono danni che lasciano il segno: ictus e scompenso cardiaco sono fra gli eventi correlati più temuti.


PREVENIRE un’aritmia, quindi, è molto meglio che curarne gli effetti: è da questa consapevolezza che l’équipe di Aritmologia con il Dipartimento di Cardiologia degli Spedali Civili, insieme ai colleghi della Cardiochirurgia, hanno messo a punto lo studio epidemiologico «1000 Ritmi del Cuore», di durata biennale, per analizzare la prevalenza di fibrillazione atriale e altre aritmie nella popolazione tra i 60 e i 70 anni residente a Brescia. Da febbraio 2020 arriverà a 7-8000 bresciani (tutta la popolazione nella fascia di età individuata scremata da chi è già diagnosticato o trattato per queste patologie) l’invito a prendere contatto con la Cardiologia del Civile per partecipare su base volontaria allo studio: si tratterà di compilare un questionario e sottoporsi a un holter per il monitoraggio continuo dell’attività elettrica cardiaca. «Sarà il primo studio a livello internazionale a fornire informazioni precise in valori assoluti, che oggi non abbiamo – spiega Antonio Curnis, responsabile del Laboratorio di Elettrofisiologia del Civile e coordinatore dello studio clinico, affiancato da Claudio Muneretto, ordinario di Cardiochirurgia e investigatore dello studio -. Brescia, città che per caratteristiche economiche, sociali, di inquinamento e stili di vita è equiparabile a grandi centri europei, farà da apripista offrendo dati che verranno poi pubblicati su riviste scientifiche internazionali». Secondo le stime disponibili la prevalenza della fibrillazione atriale aumenta con l’avanzare dell’età, e interessa il 4-8 per cento degli over 60 (circa 20 mila nel Bresciano considerando tutte le età). «La diagnosi precoce è cruciale, ed è importante investigarne le cause, che possono essere cardiache o legate ad altri problemi – sottolinea Luca Bontempi, corresponsabile del Laboratorio e investigatore dello studio -. Oggi ai pazienti possiamo offrire trattamenti con terapie farmacologiche, ma anche interventi ablativi con tecniche mininvasive per eliminare il substrato che scatena gli episodi di fibrillazione: al Civile ne realizziamo 1-2 al giorno». Lo studio, oltre a quantificare i casi di fibrillazione atriale e altre aritmie asintomatiche o misconosciute, consentirà di diagnosticare le persone portatrici inconsapevoli di queste patologie (verrà scritta una lettera al medico di famiglia per gli approfondimenti necessari, grazie alla collaborazione con l’Ordine dei Medici). Sensibilizzerà i partecipanti a prendersi cura di sé.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti