la maxi operazione

Brescia, sventato colpo da 80 milioni di euro. Arrestati 31 rapinatori: ecco il piano per l'assalto al caveau di Calcinato

di Paola Buizza
L'arsenale sequestrato durante la maxi operazione
L'arsenale sequestrato durante la maxi operazione
L'irruzione delle forze speciali

Non fossero stati fermati per tempo, sarebbero entrati in azione col calare della notte. Avrebbero raggiunto Calcinato e, con il loro arsenale, armati fino ai denti, avrebbero assaltato il caveau di un istituto di vigilanza privata. Ma il loro piano, pensato in ogni mossa, aveva tralasciato un dettaglio importante: le intercettazioni. Gli agenti di polizia della Squadra Mobile di Brescia e i militari del Raggruppamento speciale operativo dei carabinieri gli stavano col fiato sul collo, senza che loro potessero accorgersene. E ieri sera, tra Cazzago San Martino, Gardone Valtrompia e Ospitaletto è scattato il blitz per sgominare il gruppo criminale specializzato in assalti a furgoni blindati e caveau, proveniente da Cerignola (FG). La ricostruzione della fasi della maxi operazione scattata nell’Ovest bresciano al termine di cinque mesi di indagini,  è stata fatta questa mattina in una conferenza stampa che si è tenuta in Questura (CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO). «Sarebbe stata una rapina efferata se portata a termine. Abbiano evitato un’azione criminale molto cruenta» ha sottolineato il procuratore capo di Brescia Francesco Prete. Trentuno le persone in stato di fermo ritenute responsabili di un piano che proprio ieri sera il gruppo criminale avrebbe dovuto portare a termine a Calcinato. «Un colpo da 80 milioni di euro in contanti» ha spiegato il procuratore di Brescia. Tra le armi sequestrate 4 kalashnikov, pistole, una mitraglietta e chiodi per bucare pneumatici, oltre a 21 bombe molotov che carabinieri e Polizia di Stato hanno trovato in un capannone a Cazzago San Martino, ritenuto il covo del gruppo.

L'arsenale sequestrato (Fotolive)

Tra i fermati ci sono anche due dipendenti infedeli dello stesso istituto di vigilanza, che avrebbero avuto il ruolo di basisti. I presunti rapinatori, con precedenti penali, alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e cosche della ‘Ndrangheta, nei mesi precedenti avevano rubato circa venti auto, furgoni e camion destinati ad essere dati alle fiamme allo scopo di isolare l’area d’interesse ed impedire l’intervento delle forze di polizia; nella loro disponibilità anche una ruspa che sarebbe servita per sfondare la parete blindata del caveau, che custodisce gli incassi raccolti dagli esercizi commerciali della zona.

IL BLITZ (Fotolive)

Gli investigatori – è stato spiegato in conferenza stampa - monitoravano i movimenti degli arrestati dallo corso ottobre, seguendo tutte le fasi della pianificazione del colpo, tra cui i sopralluoghi e i viaggi dalla Puglia verso il Bresciano dei vari componenti del gruppo criminale; attraverso le intercettazioni telefoniche ed ambientali.

IL PIANO

Gli aspetti logistici erano curati in modo maniacale. Gli alloggi per i sodali in trasferta venivano procacciati in strutture ricettive che omettevano la comunicazione dei dati dei clienti, per evitare i consueti controlli della Questura. I presunti rapinatori erano pronti ad intervenire muovendo contemporaneamente da luoghi diversi, comunicando con telefoni dedicati ed apparati radio. Un primo gruppo era pronto a muoversi dal capannone industriale a Cazzago S. Martino (dove erano stati nascosti i mezzi preventivamente rubati) mentre altri due gruppi erano pronti a partire da due «covi» situati a Gardone Val Trompia e a Ospitaletto.

IL BLITZ

L’operazione anticrimine è stata condotta contestualmente su tutti e tre questi obiettivi, impiegando oltre trecento uomini e mezzi speciali. L’operazione è stata realizzata anche grazie al coordinamento investigativo effettuato dalla Procura Nazionale Antimafia. Oltre alla Polizia e ai Carabinieri di Brescia ne hanno preso parte anche le Squadre Mobili di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona

I REATI CONTESTATI

I reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di rapina, il tentativo di rapina pluriaggravata, la detenzione di armi da guerra, la ricettazione dei mezzi rubati, con l’aggravante del metodo mafioso.

La conferenza stampa in Questura

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