LA STORIA

Cani guida, Logan è la certezza per Irene

di Giada Ferrari
Il progetto dei Lions dà frutti da anni: uno degli esempi è la simbiosi che si è creata tra la donna, cieca dalla nascita, e il suo labrador, ormai punto di riferimento irrinunciabile
Logan, Irene e l’amica Giovanna Tronfio
Logan, Irene e l’amica Giovanna Tronfio
Logan, Irene e l’amica Giovanna Tronfio
Logan, Irene e l’amica Giovanna Tronfio

Tra le celeberrime frasi di Antoine de Saint-Exupéry spicca: «Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore». Ne è prova vivente Irene Verzeletti, 45 anni di Brandico, che, cieca dalla nascita, ha sintonizzato i suoi battiti con quelli di Logan, il suo inseparabile Labrador di undici anni e mezzo e compagno di avventure da ben dieci. «È arrivato da me in un momento molto difficile - racconta Irene -, mio papà stava facendo la chemioterapia e stavamo per perderlo. Da allora Logan è stato l’angelo di questa casa: ha portato tanta serenità».

Si perché Logan è tutto per Irene: non solo un fedele amico sul quale contare ma anche un supporto concreto, in quanto si tratta di un cane guida addestrato. Logan è arrivato ad Irene grazie al progetto Cani Guida dei Lions che dal 1959 addestra e dona questi animali alle persone non vedenti dislocate sul territorio nazionale a titolo completamente gratuito: «I Lions forniscono anche libri parlati, borse di studio con la quale da ragazza ho comprato una bright light, uno strumento che all’epoca ci aiutava a prendere appunti, a leggere e si collegava ai computer, insomma insieme ne abbiamo passate tante - dice Irene -. Un cane pensavo di non riuscire a gestirlo, ma avrei dovuto fare prima questa scelta perché con Logan la vita è un’altra, ho imparato a fare tutto con lui: mi ha regalato l’indipendenza». Per aiutare Irene, Logan ha imparato vari comandi: di affiatamento come seduto, sdraiato, in piedi, e quelli di guida ad esempio destra, sinistra, dritto, andiamo, uscita, tutti in lingua tedesca: «I cani guida non sono robot ai quali dici “portami in ufficio” e lui come un navigatore ti guida. Il percorso lo devi conoscere tu, lui ti accompagna, evita gli ostacoli, ti fa capire se ci sono dei gradini o dei pericoli, trova l’uscita e, se ti perdi, ti riporta nel luogo che per abitudine è più familiare e vicino».

Per imparare una strada nuova serve una terza persona: «Sonia abita vicino a me e ci aiuta in questo contesto – spiega Irene -: facciamo la strada insieme prima per mano, poi con Logan al guinzaglio e continuiamo a percorrerla finchè non iniziamo ad andare da soli. Le prime due volte è garantito che ci perdiamo, ma piano piano la strada diventa conosciuta per tutti e due». Nasce così una simbiosi con il cane ed è importante, quando è in guida e sta lavorando, che non venga distratto. Esistono infatti alcune piccole regole fondamentali per aiutare il cane guida e il suo proprietario nel momento della camminata, ad esempio: non dare da mangiare all’animale, non salutarlo o toccarlo, non ostacolare il passaggio. Un grande sostegno dunque ma soprattutto un compagno di vita irrinunciabile ed insostituibile: Una volta mi ha davvero salvato la vita - dice ancora Irene -. Eravamo alla stazione di Rovato, io sono arrivata davanti ad un gradino e noto che Logan si inchioda, nonostante lo tirassi non veniva perciò con il bastone ho controllato e mi sono resa conto che non era un gradino ma il binario!».

Logan la avvisa quando sta arrivando qualcuno alla porta, esita se nota che stanno sbagliando strada, la protegge la sera quando deve prendere l’autobus e soprattutto la sostiene in tutti i momenti della sua vita: È come se fosse metà di me e poi è il mio migliore amico. È molto bello essere accompagnati da un cane: ci dà libertà».•.

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