Dai ricoveri
ai tamponi:
la Loggia vuole chiarezza

di Paola Buizza
Nel capoluogo i contagi sono in ripresa e riguardano soprattutto le persone tra i 25 e i 65 anni FOTOLIVE
Nel capoluogo i contagi sono in ripresa e riguardano soprattutto le persone tra i 25 e i 65 anni FOTOLIVE
Nel capoluogo i contagi sono in ripresa e riguardano soprattutto le persone tra i 25 e i 65 anni FOTOLIVE
Nel capoluogo i contagi sono in ripresa e riguardano soprattutto le persone tra i 25 e i 65 anni FOTOLIVE

Come gira il Coronavirus in città? Quanto è radicato e quale andamento sta avendo? A chiarire il quadro – che rimane tuttavia ombroso - sono il sindaco di Brescia e la consigliera delegata alla Sanità Donatella Albini, supportati dall'Ufficio statistica del Comune che ha rielaborato i dati di Ats. Tra questi ce n’è uno che emerge su tutti: nel capoluogo la fascia d'età più colpita da Covid-19 è quella che va dai 25 ai 65 anni. «Un dato su cui ragionare e che ci serve per capire come calibrare i nostri interventi» spiega Albini, entrando poi nel dettaglio dei numeri. «I residenti nel capoluogo obbligati all'isolamento perché risultati positivi a Covid-19 sono 373, di cui 318 inferiori ai 65 anni e 55 over 65 (14,7%); 815 persone le persone in isolamento fiduciario e 149 i ricoverati. Anche in questi casi la netta prevalenza è di under 65». MA CI SONO aspetti che ancora oggi sfuggono: la condizione di salute dei contagiati e dei ricoverati, il numero dei tamponi effettuati, l'origine del contagio. La famosa regola delle tre T (testare, tracciare, trattare) si è inceppata. «Non riusciamo a stabilire un contatto diretto con l'Asst che ci consenta di sapere in che condizioni di salute sono i ricoverati e con Ats per capire quanti degli isolati siano sintomatici» denuncia Albini, auspicando maggiore chiarezza da parte delle autorità sanitarie e confidando nella prima riunione del Gruppo sulla comunicazione che si è tenuta ieri in Ats su richiesta del Tavolo di coordinamento regionale e territoriale. Informazioni che devono necessariamente passare dalle Asst e Ats ai Comuni per evitare «sovrapposizione dei linguaggi che non sempre sono comprensibili e generano confusione». Intanto il virus avanza, soprattutto nelle ultime due settimane. «Dal 10 al 27 ottobre i cittadini ricoverati sono passati da 9 a 149, indice di una recrudescenza abbastanza importante» rileva Emilio Del Bono. Numeri che, in assoluto, non sono eccessivi per la nostra città ma che chiariscono l'andamento del contagio. «C'è un'incidenza forte sul sistema sanitario anche se non paragonabile a quella di marzo. Ad aprile, giusto per dare la misura, i cittadini ricoverati erano 447 (a marzo probabilmente anche di più). Però l'andamento dei ricoveri è in crescita. Così gli isolamenti obbligatori e quelli fiduciari passati. Dobbiamo tenere alto il grado di attenzione. Attualmente sono 1.337 i positivi al Covid e di questi 1156 sono sotto i 65 anni». Continuare a testare la popolazione, aggiunge Albini, è fondamentale. «Ovvio che più aumentano contagi più è difficile il contact tracing», ma ricorda che un recente bando ministeriale stanzia fondi per arruolare operatori che aiutino le Ats nel tracciare i contagi. «Non dobbiamo arrivare allo stress sanitario dei mesi scorsi - rimarca - per questo il lavoro sul tracciamento non è da abbandonare ma va implementato come va implementata la telemedicina e la capacità diagnostica, quindi le Usca». E aggiunge: «Finché non abbiamo i dati sia dei ricoverati divisi per età sia delle persone accudite in casa, per noi fare un intervento di sostegno ai fragili sarà complicato». Sapere dove le persone si sono contagiate è un’altra falla del sistema. «Dai dati generici mostrati in Regione si è capito che il moltiplicatore è il nucleo familiare, in subordine le scuole e le Rsa. Ma l’origine, dove il virus si prende, non si sa» risponde Del Bono. «La mappatura purtroppo non ce l’abbiamo» aggiunge Albini. Compito di Ats. Altro grande tema le strutture di sorveglianza dove poter accogliere pazienti positivi che non possono restare a loro domicilio: «Da luglio - spiega - abbiamo fornito ad Ats i nomi degli albergatori della città disponibili (e potrebbe esser anche un volano economico perché saranno pagati dalla Regione) ma ancora non è stata firmata la convenzione». In serata Ats ha comunicato che lunedì è stata approvata la convenzione la cui stipula è prevista «a stretto giro». «Le sedi approvate sono 4, due a Brescia città e due in Provincia per un totale di 5 appartamenti (10 posti letto al massimo) e 52 posti letto in soluzioni alberghiere. Non sappiamo quando potranno accogliere la prima persona Covid19 positiva ma siamo impegnati per accelerare le procedure al massimo» assicura Ats. Avere risposte rapide e chiare è arduo anche per i Comuni. «Difficile far capire ai cittadini come si prendono decisioni e in base a cosa - evidenza Albini, facendo riferimento all’ultimo Dpcm - se non c'è salute, però, non c'è economia. •

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