ginnaste maltrattate

Venerdì interrogatorio di garanzia per l'allenatrice

di Paolo Cittadini
La 31enne potrebbe decidere di non rispondere al giudice per farsi interrogare in un secondo momento dal pubblico ministero
La perquisizione della Polizia nella palestra (foto Only Crew)
La perquisizione della Polizia nella palestra (foto Only Crew)
La perquisizione della Polizia nella palestra (foto Only Crew)
La perquisizione della Polizia nella palestra (foto Only Crew)

Comparirà domani mattina, 27 gennaio,  davanti al giudice per le indagini preliminari (l’interrogatorio è stato fissato a palazzo di Giustizia di Brescia per le 9.30) Stefania Fogliata, la 31enne allenatrice di ginnastica ritmica dell’Accademia Nemesi di Calcinato raggiunta martedì dalla misura dell’interdizione dalla sua professione nelle palestre italiane per un anno.

L'allenatrice potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere

«Attendiamo di poter prendere visione degli atti», il commento del suo legale, l’avvocato Paolo Botticini. E’ quindi probabile che la 31enne decida di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al magistrato per chiedere in una fase successiva di essere sentita direttamente dal sostituto procuratore Alessio Bernardi, il pubblico ministero titolare dell’inchiesta e che ha coordinato il lavoro di indagine della Squadra mobile della questura di Brescia che ha raccolto le prime denunce delle atlete.

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Le accuse rivolte all'allenatrice

Fogliata, molto conosciuta nell’ambiente della ginnastica ritmica, è accusata di maltrattamenti nei confronti di alcune delle atlete che frequentavano la palestra di Calcinato dove martedì è stata eseguita anche una perquisizione.

Pesantissimo il quadro accusatorio: otto le giovanissime atlete che nella loro denuncia hanno raccontato di pesanti abusi verbali, gesti violenti e punizioni inflitte dalla loro allenatrice. «Ha trasformato le giovani atlete in automi - scrive il gip nell’ordinanza -. Dovevano accettare supinamente critiche feroci, insulti gratuiti, invasioni indebite della sfera privata e aggressioni fisiche».

Il nodo gara in Austria

La misura interdittiva riguarda il suolo nazionale. Questo permetterebbe, almeno in teoria, alla 31enne di seguire una gara prevista nel fine settimana in Austria. Per evitarlo, la procura di Brescia ha scritto alla Federginnastica chiedendo che l’allenatrice non venga accreditata per la competizione. Dalle carte dell’indagine emerge un «precedente».

«Carattere instabile e altalenante con le colleghe»

Sentita dagli inquirenti, la presidente di un’altra associazione dilettantistica della provincia ha spiegato di avere conosciuto la 31enne tra il 2014 e il 2015 e di averla assunta come allenatrice di ritmica nella sua palestra. «Terminato il periodo di prova, dopo 5 mesi, l’ho licenziata - ha raccontato -. Il suo carattere era instabile e altalenante con le altre colleghe. Non l’ho mai sentita insultare le atlete, ma quando parlavamo di lavoro e le davamo consigli credeva che volessimo intrometterci nel suo lavoro. Subito dopo ci tempestava di telefonate urlando e insultandoci salvo poi mostrarsi come se nulla fosse accaduto».

Da qui la decisione di allontanarla dalla palestra nonostante le sue atlete la apprezzassero. «Mi dicevano che non dovevo permettermi - aveva raccontato la dirigente della società -. Mi dicevano che se lo avessi fatto anche loro avrebbero lasciato la palestra».•.

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