l'intervista

Gelmini: «Scelgo Azione e l’agenda Draghi a tutela del Paese»

di Giuseppe Spatola
Le ragioni dell'addio a Fi e le riflessioni sugli ex amici: «Irresponsabili a far cadere il governo». Guardando Brescia: «Con Benzoni si farà squadra». Il pensiero a Mattinzoli: «Ha vera onestà intellettuale»
Il ministro Mariastella Gelmini commenta gli ultimi sviluppi politici
Il ministro Mariastella Gelmini commenta gli ultimi sviluppi politici
Il ministro Mariastella Gelmini commenta gli ultimi sviluppi politici
Il ministro Mariastella Gelmini commenta gli ultimi sviluppi politici

 

 

La caduta del governo Draghi ha segnato la diaspora di Forza Italia con l’addio del ministro bresciano Mariastella Gelmini (che ha aderito ad Azione). Un addio che, in vista del voto e della corsa al Pirellone, disegna scenari diversi rispetto agli attuali equilibri nazionali.

Onorevole come sta?

Dopo lo strappo con Forza Italia molti suoi ex amici l’hanno attaccata arrivando anche a insultarla.

Come ha vissuto questi giorni?

Sono settimane molto complesse. Di fronte alla caduta del governo Draghi avvenuta per mano di Forza Italia, Lega e M5S, sono stata costretta a interrompere la mia militanza che da venti anni mi vedeva legata al movimento di Silvio Berlusconi. Non è stato facile fare questa scelta, ma a oggi ne sono ancora più convinta. Vado avanti, a testa alta, come ho sempre fatto. Le invettive che arrivano in queste ore da Forza Italia si commentano da sole. In questa legislatura il partito ha perso 40 parlamentari e 3 ministri nel giro di poche ore, se fossi in loro, qualche domanda me la farei. Ha fatto una scelta di campo che a molti è apparsa come un azzardo.

Cosa l’ha convinta a dire addio? Se avessi dato priorità al mio futuro sarei rimasta in Forza Italia, che mi avrebbe sicuramente garantito un seggio anche nella prossima legislatura. Ma questa non è la stagione delle ambizioni personali, è la stagione del coraggio. Dinanzi all’irresponsabilità di Forza Italia di staccare la spina al governo Draghi, e dinanzi a un movimento azzurro sempre più succube di Salvini, non ho avuto dubbi.

Perché Azione e soprattutto Carlo Calenda le ricorda il primo Berlusconi?

Ho scelto Azione perché è l’unica forza politica che mette al centro il metodo e l’agenda di Mario Draghi. Abbiamo il dovere di portarla avanti per il bene dell’Italia. Infrastrutture, attuazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, formazione e Industria 4.0, taglio di Irap e Irpef, ambiente, europeismo e atlantismo: le battaglie di Azione e di Carlo Calenda sono anche le mie. C’è bisogno di una proposta nuova, liberale, riformista e popolare.

Ma con l’accordo tra Letta e Calenda di fatto si ritroverà candidata con il Pd...

Sarò candidata nella parte proporzionale con Azione. Questo vuol dire che correrò solo e soltanto per questo partito. È una richiesta che ho fatto sin da subito a Calenda. Non rinnego la mia storia, sono però anche convinta che di fronte alle emergenze del Paese si debba lavorare insieme, ma le differenze con il Pd restano. Sul suo nome in molti, soprattutto nella sinistra bresciana, hanno espresso dubbi.

Cosa dice di queste polemiche?

Non mi interessano le polemiche. Sono qui per costruire e fare squadra. Sono a disposizione, abituata a rimboccarmi le maniche e a ripartire. Lo farò anche questa volta.

Ha avuto modo di incontrare i vertici di Azione bresciana? Come l’hanno accolta?

Con il segretario provinciale Fabrizio Benzoni e tutta la squadra di Azione Brescia siamo già al lavoro per dare una casa ai sindaci, agli amministratori locali e ai cittadini bresciani che in questi giorni stanno manifestando interesse ed entusiasmo per il progetto di Carlo Calenda.

Dopo il suo strappo in Forza Italia a Brescia è rientrato Giuseppe Romele. Cosa si sente di augurare ai suoi vecchi compagni di viaggio?

Per me Forza Italia è un capitolo chiuso. Ognuno faccia il suo percorso.

E Il futuro di Alessandro Mattinzoli sarà ancora vicino a lei? Per ora è l’unico ad averla seguita...

La sua scelta di lasciare il partito e di dimettersi dalla carica di assessore in Regione Lombardia, determinata dal cambio di linea politica di Forza Italia, dimostra onestà intellettuale. In questi anni è sempre stato un interlocutore attento del territorio, ha fatto un ottimo lavoro. E al di là della strada che deciderà di intraprendere, tra me e Alessandro ci sarà sempre stima e amicizia.

La sua scelta comunque qualche disorientamento anche tra i più fedeli lo ha provocato. Come può spiegare il nuovo passo?

Se in autunno saremo costretti a fare i conti con prezzi ancora più alti, con bollette ancora più salate a danno di famiglie e imprese, la responsabilità sarà tutta di Lega, Forza Italia e grillini. Le elezioni ci sarebbero state ugualmente, e questi ultimi mesi sarebbero state utili all’esecutivo per mettere in sicurezza l’Italia. Sono certa che di fronte a tutto questo gli elettori capiranno la mia scelta.

E che reazioni ha raccolto sul territorio?

In tanti, in queste settimane, mi hanno contattato per ribadirmi il loro sostegno. Ma è tanta anche la delusione per l’irresponsabilità dimostrata da Forza Italia e Lega in un momento così difficile per l’Italia. Mandare a casa un premier autorevole e stimato nel mondo come Draghi è stato un grave errore, anche il mondo produttivo bresciano è molto amareggiato, si sente tradito.

Questa settimana in Cdm avete approvato il decreto Aiuti, è l’eredità del governo Draghi?

Diciassette miliardi di euro per famiglie e imprese, senza scostamento di bilancio: è un bel risultato. La risposta migliore che potessimo dare a chi ha deciso di sfiduciare il nostro operato. Taglio del cuneo fiscale per redditi sotto i 35 mila euro, confermato l’anticipo a ottobre della rivalutazione delle pensioni, riduzione delle bollette di luce e gas e sconto sui carburanti, 3 miliardi alle imprese e 400 milioni agli enti locali per far fronte al caro energia. E poi stipendi più alti per ottomila docenti, 200 milioni per gli agricoltori colpiti dall’emergenza siccità. Agli slogan di chi è già in campagna elettorale, il governo risponde con serietà. È il metodo Draghi, la concretezza di cui l’Italia ha bisogno.

Come si prepara a fare la prima campagna estiva della storia repubblicana?

La campagna elettorale inizia adesso e anche se la destra appare unita le contraddizioni sono evidenti. Hanno litigato sulla leadership e ora sui ministri, in Europa hanno collocazioni diverse, e non dimentichiamo che Fratelli d’Italia è l’unico partito a non aver votato il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. In queste poche settimane che ci separano dal voto, dovremo spiegare agli italiani i rischi di consegnare il Paese a una destra antieuropeista e ambigua perfino sull’aggressione russa all’Ucraina.

Ha un appello da voler fare in vista del 25 e sulla scelta di campo in un nuovo contesto che ritrova un vero bipolarismo?

Le prossime elezioni sono uno spartiacque. Gli italiani dovranno scegliere tra chi sta con l’Europa e chi è alleato di Orbàn e Le Pen, tra chi sceglie il sovranismo e il populismo e chi la prosecuzione di un’esperienza come quella fatta con Draghi alla guida del Paese. Tra Meloni e Draghi io non ho dubbi e so da che parte stare. Sono certa che anche gli italiani faranno la scelta giusta. Per l’Italia.•.

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