«Stop al carbone? Bene, ora puntiamo all’efficientamento»

La centrale A2A di Lamarmora  pronta alla decarbonizzazione già entro la fine dell’anno       FOTOLIVE Carmine Trecroci
La centrale A2A di Lamarmora pronta alla decarbonizzazione già entro la fine dell’anno FOTOLIVE Carmine Trecroci
La centrale A2A di Lamarmora  pronta alla decarbonizzazione già entro la fine dell’anno       FOTOLIVE Carmine Trecroci
La centrale A2A di Lamarmora pronta alla decarbonizzazione già entro la fine dell’anno FOTOLIVE Carmine Trecroci

Mimmo Varone Tutto bene ma c’è dell’altro. Il mondo ambientalista bresciano accoglie con favore l’anticipo della decarbonizzazione della centrale di Lamarmora. La notizia che dal prossimo autunno, e non dal 2022 come da programma, A2A inaugurerà la prima stagione termica «carbon free» a Brescia era di quelle attese, e assomiglia all’accoglimento di una richiesta avanzata più volte. Tuttavia sulle reali ragioni che hanno portato all’accelerazione dei tempi, la Multiutility dovrebbe dire di più. E se alcuni spingono per nuovi traguardi ambientali, a completare l’informazione prova soprattutto Carmine Trecroci, associato di Economia politica all’Università Statale. Il programma di decarbonizzazione «è sicuramente positivo, anche se avrebbero potuto farlo prima come da più parti se ne sosteneva la necessità – sottolinea Trecroci -, e la ancor più positiva accelerazione impressa al progetto è dettata dalla difficoltà di approvvigionamento della materia prima, come ha ricordato la stessa A2A». PERÒ CI SONO altri due fattori da chiarire, che attengono al mercato dell’energia elettrica e non direttamente all’energia termica prodotta a Lamarmora per il teleriscaldamento. «A2A cita gli accumuli di calore e la diversificazione delle fonti, che sono cose vere, e tace sull’elettricità che è forse più determinante, ma la città ha strumenti maturi per valutare le cose». E allora, il fabbisogno di energia elettrica soprattutto delle grandi utenze industriali, che fanno quasi il 90 per cento dei consumi, «è calato tantissimo, e la stessa A2A prevede che in qualche modo il calo sarà permanente», dice Trecroci. E per dare il polso della situazione ricorda che Alfacciai consuma 4 volte l’elettricità di tutte le utenze domestiche di Brescia. In più sono cresciuti i prezzi dei diritti di emissione, i Certificati bianchi, passati da meno di 3 euro per tonnellata di Co2 a circa 30 euro, «con la previsione di altri rialzi». Come dire che il carbone costa troppo, e neanche serve più. Il professore, però, osserva che la decarbonizzazione accelerata renderà ancora più centrale il ruolo del termoutilizzatore con il recupero di calore dai fumi, sicché «la richiesta, e la promessa, di ridurne il ruolo rischia di cozzare contro la realtà». A meno che per il teleriscaldamento non si punti molto su fotovoltaico e fonti rinnovabili, con «tempo e investimenti che allungano la prospettiva». Di tempi lunghi è consapevole pure Lucio Lorenzi, presidente del circolo bresciano di Legambiente. Sulla scorta dei dettati Ue, ritiene che il fabbisogno di calore è destinato a ridursi, perciò si bruceranno comunque meno rifiuti, il ridimensionamento dell’impianto di via Codignole sarà inevitabile, e pazienza se ci vorrà un decennio. A guardare il presente, Lorenzi plaude all’eliminazione del carbone. «Lo chiedevamo da tempo», dice. Ma il vero problema, che in parte va oltre A2A, è l’efficientamento energetico degli edifici, che da qui al 2030 dovrà portare a una progressiva riduzione della richiesta di acqua calda da incenerimento, supportata anche da pannelli solari e pompe di calore». Il che poi, ha l’altra faccia della medaglia nell’aumento della raccolta differenziata e il conseguente riutilizzo di una quota sempre maggiore di rifiuti con l’economia circolare. «La rinuncia al carbone è ottima cosa – sintetizza Lorenzi -, per il resto l’inceneritore è destinato a ridimensionarsi, e anche A2A lo sa». Salvatore Fierro di Europa Verde parla di «anticipo ottimo». «Abbiamo spinto molto sull’accelerazione, e avviene anche grazie a noi», rivendica. Però, «bisogna ora proseguire sulla strada dell’efficientamento energetico di quanti più edifici possibile per non aver più bisogno di altre centrali». •

Suggerimenti