Le volpi affamate
presentano il
«conto»

di Alessandro Gatta
Volpi: in Valtenesi si segnalano diversi «assalti» ai pollai
Volpi: in Valtenesi si segnalano diversi «assalti» ai pollai
Volpi: in Valtenesi si segnalano diversi «assalti» ai pollai
Volpi: in Valtenesi si segnalano diversi «assalti» ai pollai

Almeno un paio di pollai privati presi di mira e saccheggiati in località Monte Tapino a Moniga, dopo che già in paese avevano fatto una strage durante il primo lockdown: e poi avvistamenti nel vallone di San Sivino, e ancora a Manerba e pure a Soiano, non lontano dai verdi prati del golf. ALLARME VOLPI in Valtenesi: nelle ultime settimane, complici le misure anti-contagio che riducono la presenza umana (soprattutto la sera, causa coprifuoco) gli affamati carnivori dal pelo rosso sono tornati a farsi vedere anche in prossimità del centro abitato. A segnalare la circostanza è Bruno Taddeolini, presidente di Federcaccia Moniga: «Le volpi ci sono sempre state, non è una novità - spiega - ma è nell’ultimo anno che sono proliferate, approfittando del fatto che c’è meno movimento in giro, e un po’ anche perché a gennaio si potevano cacciare, e invece con il Covid è tutto fermo. Un anno fa era stata fatta qualche battuta, quest’anno niente». I cacciatori si erano accorti del considerevole aumento già la scorsa primavera, e comunque quando era stata riaperta la caccia: «Era impossibile liberare qualsivoglia selvaggina senza che in poco tempo finisse in bocca a loro», dice ancora Taddeolini. Non è leggenda che le volpi siano furbe, ma soprattutto abili predatori: «Quando c’è poca gente non hanno paura e si avvicinano. E la sera, che non c’è in giro nessuno, possono agire indisturbate. Non sono aggressive, quando vedono un uomo scappano. Ma se andiamo avanti così c’è il rischio concreto che continuino a proliferare». TRA LE «VITTIME» delle volpi c’è anche Franco Caraffa, il gestore dell’Agriturismo 30 tra via Mazzane e via Madonna della Neve, che ha avuto una brutta esperienza già durante il primo lockdown: «Le volpi sono arrivate di notte e hanno fatto una strage nel pollaio. Mi sono svegliato la mattina ed è come se avessi trovato la scena di un film horror: mi hanno ucciso una quarantina di volatili tra oche, galline e tacchini. Tra questi anche una tacchina di 5 o 6 anni, era la nostra covatrice: stava covando 40 uova, le hanno distrutte tutte». In forma diversa, è un film che sul Garda si ripete: anche durante il primo lockdown tanti animali si stavano riprendendo i loro spazi. In Valtenesi c’è pure un cinghiale: «Appare ogni tanto, è uno solo – chiosa Taddeolini – e sembra che vada in giro in tutti i paesi. A Moniga è stato visto a poche centinaia di metri dalla piazza». •

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