Un lungo fermo-pesca per salvare il coregone

Coregoni in frega nei bassi fondali del lago di Garda
Coregoni in frega nei bassi fondali del lago di Garda
Coregoni in frega nei bassi fondali del lago di Garda
Coregoni in frega nei bassi fondali del lago di Garda

Prevenire è meglio che curare. Nello specifico della fauna ittica gardesana, mai come in questi anni in consistente rarefazione, è stato chiesto dalle associazioni Upbs, Upsdg, pescatori professionisti della cooperativa agricola fra Pescatori Garda e dalla Comunità del Garda, di valutare da parte delle Regioni Lombardia e Veneto, lo spostamento dell’apertura della pesca al coregone, dal termine fissato il 15 gennaio ad almeno 15 giorni dopo. Specie in difficoltà, per lo «stop» alla riproduzione in incubatoio. In attesa di ulteriori deroghe per la sua riproduzione artificiale e immissione, alla data attuale, uno spostamento del divieto di pesca è infatti ritenuto l’unico atto per salvaguardare l’imminente riproduzione naturale del coregone. «Abbiamo inviato agli enti appello – comunica il portavoce e vicepresidente dell’Unione pescatori bresciani, Germano Bana -: la richiesta nasce dalle evidenti criticità dei cambiamenti climatici che ormai da anni hanno visto le temperature dell’acqua del lago di Garda aumentare notevolmente, con ritardo delle attività di frega e deposizione di uova dei coregoni». A questo si aggiunge ora il divieto di produrre coregoni negli incubatoi ittici di Desenzano, divieto che se mantenuto anche per il futuro, metterà a rischio la presenza stessa di questo pesce nel lago, con gravi ripercussioni sulla pesca ricreativa e di professione e non da meno al suo indotto, ristoranti e turismo. «Con questa richiesta condivisa – continua Bana - si vuole salvaguardare il naturale mantenimento di una specie che, seppur al centro di una controversia sulla gestione degli alloctoni, rappresenta oggi per il Garda, una risorsa di primaria importanza. Tutte le associazioni sedute al tavolo coordinato dalla Comunità del Garda con il vice presidente Filippo Gavazzoni, chiedono a gran voce di accelerare l’avvio di uno studio serio e coordinato sulla biomassa ittica gardesana attuale e futura. Al momento, finché non si saranno valutate scientificamente le reali criticità, chiediamo che la naturale frega riproduttiva sia il più possibile tutelata». •. L.Sca.

Suggerimenti